Traduzione del documentario "Anakonda Im Netz"
Traduzione di Jadax

Emanuel Fialik, manager dei Rammstein: Ricordo la prima sessione d’autografi in Messico. Si teneva in un grande negozio di dischi. La gente si presentava con cianfrusaglie di ogni tipo. Pensavano: “Questa roba fa parte della cultura tedesca, i Rammstein possono autografarla”. La gente arrivava con spartiti di Strauss, libri di Nietzsche e perfino traduzioni di Lutero della Bibbia.
A Guadalajara un tizio è arrivato con una T-shirt con su una svastica. Probabilmente pensava fosse un simbolo folcloristico della Germania. Sto tizio aveva circa 25 anni, e non poteva sembrare più Indios: capelli lunghi neri, un grande naso aquilino, e stava indossando una T-shirt con una svastica. È stato subito pronto a togliersela appena gli è stato spiegato che è un simbolo molto impopolare al giorno d’oggi. Probabilmente voleva solo onorare il gruppo. Dopo qualcuno ci ha spiegato che dopo la II guerra mondiale molti criminali di guerra tedeschi si erano stabiliti a Guadalajara. Così abbiamo chiesto alla radio locale di annunciare che le T-Shirt con la svastica non erano benvenute allo show. Ciò è stato accettato e rispettato. Ma non c’era nessun gruppo di destra allo show. Erano solo persone lontane dalla Germania e dall’Europa che avevano pensato che ciò aveva qualcosa a che fare con la storia tedesca e che il gruppo l’avrebbe apprezzato come segno di rispetto! Gli abbiamo detto che non era così e loro hanno capito. Per fortuna i ragazzi si erano presentati prima durante gli autografi, così abbiamo avuto la possibilità di reagire.

Richard Z.Kruspe: Abbiamo fatto l’ultimo show in Danimarca o in Finlandia. Sono venuto da New York direttamente dall’aeroporto. È piovuto tutto il giorno. Normalmente si apre il sipario ed inizi a suonare. Quando sono cadute le tende, improvvisamente ho visto questo bellissimo porto che non avevo mai visto. Ho pensato ‘wow’ e mi sono scordato di suonare. Ad un certo punto ho pensato ‘oh merda!…’ e dopo circa 20 secondi ho iniziato a suonare anch’io.

Paul Landers: A Stoccolma c’è questa enorme sala e quando ancora suonavamo nei piccoli club, la vedevamo brillare sullo sfondo. Stavolta il bus è andato direttamente là ed effettivamente era lì che dovevamo suonare. È la più grande di Stoccolma! ‘Cavoli – pensi, cosa ci facciamo qui?’. Ce lo chiediamo spesso: ‘Perché improvvisamente 12000 svedesi o finlandesi vorrebbero vederci?’

Oliver Riedel: E’ stato veramente bello suonare a Nimes. L’isteria che c’era era simile al Messico o nella Spagna del sud. Ora è così in tutta la Francia. Guidi per la città e vedi una marea di persone che vogliono andare al concerto e ascoltare musica. Senti la città ribollire e le persone che aspettano la serata.

Christoph Schneider: Nimes è un luogo di villeggiatura nella Francia del sud. Vecchi edifici, una pittoresca vecchia cittadina, con alcuni turisti nel mezzo. Quella volta c’erano migliaia di fans dei Rammstein. Vestiti tutti di nero e con stili assurdi. Erano completamente in contrasto col paesaggio idilliaco che c’era intorno. Ma è stato uno dei migliori concerti del tour.

Emu: Molta gente giovane è venuta da tutta la Francia. C’erano bandiere brasiliane, croate, greche e tedesche. E tutti avevano fatto questo pellegrinaggio per vedere i Rammstein. Le migliori condizioni per un concerto magnifico.

Till Lindemann: La data è stata straordinaria. Era un’arena per le corride o per i gladiatori, un anfiteatro. Sembrava molto vecchio, come il Colosseo a Roma! Fantastico! Ti mette di buon umore. L’acustica è abbastanza estrema, visto che i suoni rimangono in questo grande calderone. Il pubblico era veramente entusiasta. Specialmente i francesi. L’atmosfera era incredibile. Di solito non riesco molto a ‘sentire’ il pubblico. Ma questo è stato eccezionale!

Paul: E’ stato un momento eccezionale. Siamo abituati a vedere la gente in piedi. Ma quando sono seduti in alto sulle gradinate, ti rendi conto di quanti sono! Sembrano tutti ancora più pressati.

Christoph: Dopo abbiamo in pratica suonato solo in grandi date. 10.000 persone a sera. Ci vuole un notevole ammonto di lavoro per preparare uno show dei Rammstein. Deve poter essere visto bene da ogni punto della sala. Gli effetti pirotecnici e le luci devono essere grandi abbastanza, altrimenti sembrerebbero piccoli. È importante che i tre elementi – musica, luci, effetti – siano in armonia l’uno con l’altro e che sia tutto fatto nel giusto tempo. Ogni elemento ha il proprio posto in modo che tutto funzioni bene. È questo il segreto!
Al momento, abbiamo circa 100 persone che lavorano su un grande tour. Ogni tanto li osservo montare e smontare. È incredibile vedere da quanti lavori dipenda uno show di 2 ore.

Paul: E’ quasi come un circo viaggiante. O una piccola cittadina, con il sindaco – il tour manager – segretarie ed impiegati. Vengono installate linee telefoniche e costruito un piccolo ufficio. I camionisti trasportano tutto. Gli operai montano il palco. E poi ci sono gli elettricisti che si arrampicano sul tetto. Installano i motori nei monti in cui le luci e gli altoparlanti saranno appesi. Gli operai sono i primi ad arrivare. Poi, i tecnici luci che montano e fanno funzionare le luci. I tecnici del suono, gli operatori di palco – che costruiscono il palco – e gli assistenti del gruppo, che si occupano dei costumi. Queste sono più o meno tutte le persone.

Flake Lorenz: i primi concerti di un nuovo tour sono quelli che preferisco. Perché nessuno sa veramente cosa accadrà. I movimenti non sono stati provati del tutto: Devo andare a destra? Devo incontrare qualcuno qui? Dobbiamo tornare indietro insieme? Nessuno è del tutto sicuro per i primi concerti. Accadono molti momenti imbarazzanti e divertenti. Finisci in un angolo buio e vieni dimenticato. All’inizio andavo semplicemente avanti ed indietro con il Segway (il ‘trabiccolo’ su cui si muove Flake sul palco N.d.T) ma poi il gruppo ha detto ‘Smettila, sembra che stai tagliando l’erba’. Pensavo di fare qualcosa di buono: andavo avanti e indietro! Allora mi sono fermato è ho detto ‘Bè allora cosa dovrei fare?’ E loro ‘Prova qualcos’altro. Prova ad andare indietro invece!’ L’ho trovato stupido. Per questo mi son messo a girare in tondo. Quelli sono i concerti migliori! Dopo, tutto diventa routine.

Till: All’inizio ho in testa un piano generale. E durante le prove vedo come funziona il tutto. Per i primi 4 o 5 concerti vedo cosa funziona e cosa no e ha bisogno di essere riprovato. In questo modo mantengo un senso d continuità. Comunque rimangono sempre molte incertezze. Devo rimanere fermo altrimenti interferirebbe con il mio cantare se mi muovo e non riesco ad inspirare abbastanza aria per cantare le vocali? Dopo circa 5 o 10 concerti impari le mosse e le coreografie e le fai ogni sera.

Flake: come tastierista, non sono legato al palco. Quando non suono, posso semplicemente andare a fare qualcosa. I chitarristi hanno sempre le loro chitarre. Devono togliersele prima di muoversi. Nel frattempo io posso andare sul gommone o cazzeggiare. Posso alzarmi ed andarmene. Nella nostra musica Heavy Metal, le tastiere non sono così importanti. In molti punti non suono ma non devo rimanere sempre in piedi immobile.
Molte delle cose che fai non sono poi così piacevoli. E’ come una doccia fredda: prima non vuoi farlo, ma quando hai finito ti senti meglio! Diventa estremamente caldo sul palco. Se non ci sto attento finisco per bruciarmi le punta delle dita. Oppure Till mi spara in testa, i miei capelli prendono fuoco o io scivolo. Può succedere qualsiasi cosa: esco dalla pentola, perdo la presa e cado. Se i razzi vengono accesi troppo presto, me ne arriva uno in faccia. E tutto è accaduto!

Richard: ovviamente, gli show dei Rammstein usano una quantità incredibile di effetti. E vorremmo tutti esserne coinvolti. Ma è difficile suonare uno strumento e nel frattempo maneggiare tutti questi effetti. Ci abbiamo provato molto comunque. Per un po’ ho avuto una chitarra che prendeva fuoco. Poi ho avuto una chitarra che dovevo distruggere. O queste aste dei microfoni che prendevano fuoco. Uno pensa che questi trucchetti siano belli o che tu sia figo. Quando invece probabilmente sembri solo ridicolo (ride).
Il nostro manager Emu c’è sempre quando lavoriamo su nuove idee. E’ molto interessato alle luci e lavora a stretto contatto con i light designers. Gli dice quanto sono importanti per i Rammstein un certo ritmo o una certa atmosfera. Secondo me è una grande parte del nostro successo e della nostra immagine. Non è un membro del gruppo ma gli appartiene comunque.

Emu: sono estremamente affascinato dalle luci. “Come i Rammstein appaiono sul palco”. L’effetto dell’interazione tra musica performance e luci sul pubblico. Le luci comunicano tutto ciò che vogliamo accentuare nella musica dei Rammstein, in modo da essere meglio recepita. Un lightshow mediocre, fuori sincrono col ritmo della musica, farebbe diventare la musica dei Rammstein ancora più difficile da afferrare. E’ la stessa cosa con gli effetti pirotecnici. Sono arrivato a capire che gli effetti pirotecnici non sono sempre effetti pirotecnici. Possono essere applicati in molti modi differenti alla musica dei Rammstein. Aggiungono ritmo alla musica dei Rammstein quando non è possibile con altra musica. Con gli altri gruppi, gli effetti pirotecnici sono spesso solo per “decorazione”. Per noi, i suoni prodotti dagli effetti pirotecnici sono una parte dell’effetto sonoro generale.

Oliver: Certe cose sono molto pericolose. I fuochi d’artificio sotto al palco, per esempio. Se esplodono al momento sbagliato puoi rimanere seriamente ustionato. Altre cose possono essere fatte esplodere dalle scintille. Come l’arco infuocato di Till. La cosa migliore è starci alla larga.

Richard: a volte diventa veramente caldo. Ma mi piace davvero questo genere di cose. Non ho assolutamente paura del fuoco. Anzi, lo adoro. Più vicino sono più grande è il divertimento. Queste fontane di fuoco sono veramente bollenti … a volte ci si brucia. Ma è una figata lo stesso. Lo adoro!
Ovviamente stai cercando di attirare l’attenzione. La desideri. Altrimenti non saresti su un palco o perfino non suoneresti. Se fossi soddisfatto della mia vita, pienamente soddisfatto, non avrei bisogno di suonare la mia musica davanti alla gente. L’assorbo tutta e mi sento meglio, ma naturalmente questa è un’autoillusione. Razionalmente lo capisco. Ma comunque ho trovato un modo in cui riesco a vivere. Non diventerà un problema finché non diminuirà o cesserà interamente. Allora dovrò trovare qualcos’altro o essere curato. E’ veramente importante capire che tu stai solo recitando una parte. Fondamentalmente è solo una “idea”. Ovviamente i fans la fuori vogliono la loro star, nel modo in cui la vedono loro. Devi capire che non vogliono veramente te. Devi soddisfare questo ruolo. Recitare questo ruolo. Non ha molto a che fare con quello che tu sei veramente. Anzi, non deve!
Cerco qualcuno con cui posso avere un contatto visivo. Di solito una ragazza! (ride). Il contatto visivo mi aiuta a mettere insieme un buon show. Ogni tanto abbiamo qualcuno che allunga dei pass per il backstage. Mi è successo di incontrare quella persona dopo lo show. Ma non è questo ciò di cui sto parlando. Si tratta solo del momento. Non ho un reale bisogno di avvicinarmi a lei. È una sorta di “strumento”, come con la mia musica. Ho bisogno di qualcuno con cui posso connettermi. E quando c’è il contatto, tutto funziona.

Till: Non mi piace essere guardato. Cerco di ignorarlo. Lo evito! A volte la canzone necessita la messa in scena di uno scambio mediante alcuni gesti. Altrimenti non lo vado a cercare… guardo verso un punto sullo sfondo. Di solito l’uomo al mixer.

Ollie: Il mio primo giro in gommone è stato veramente eccitante. All’inizio non avevo realizzato di star galleggiando sulle teste della folla. Ma tornato sul palco, ho sentito le ginocchia deboli e ho capito che era stato qualcosa di speciale. Ho provato molti modi diversi di navigare sul gommone. Ma è più una cosa di testa. Immagino di poter dirigere la folla con i miei pensieri – e con essa anche il gommone. Una volta che sono arrivato abbastanza lontano, penso ‘Ok, ora devi tornare indietro’. È difficile descrivere come funziona. Puoi cercare di spostare il peso, ma il principio del caos è predominante: ognuno sa cosa deve fare e mi fa tornare indietro automaticamente. Anche se è successo qualche volta, non ho paura di rovesciarmi. Non ho paura della folla.

Till: Penso che il gommone sia un grande effetto. Quando non c’è, mi innervosisco. E poi ci rimette anche Ollie, perché dopo gli rompo le palle. È un modo per noi di rilassarci. La gente smette di guardare al palco. Ollie è il punto focale e si muove come se fosse su un mare di mani. A volte abbiamo paura che non torni indietro. È spettacolare da vedere. Uno dei migliori effetti che conosca.
Un tempo era Flake il capitano. E ogni tanto finiva nelle ultime file.. dove non c’era nessuno e cadeva per terra (ride). Tornava con qualche livido ed era assolutamente furioso. Incazzato come un furetto, ma si faceva veramente male.

Flake: Sì, non è molto divertente viaggiare sul gommone. Dicevo a me stesso: ‘Quest’effetto prima o poi diventerà vecchio’. Ollie è molto più bravo di me. Ha anche un gommone migliore. Il mio non aveva il fondo adatto, solo una base di gomma. Le gente gli dava sempre dei pugni o lo trapassava con qualcosa di pungente. Il suo gommone ha una base solida ed è più largo. Non si rovescia tanto facilmente.
Quattro volte su dieci, mi ribaltavo. Andavi all’ospedale e ti rimettevano insieme. Il giorno dopo, eri di nuovo là. Cadi da due metri sotto la folla…quando ti rovesci… prendi una bella botta, ti fai dei lividi, ti rompi la schiena, i gomiti, le solite cose. Ad un certo punto ti dici: ‘Humm…’ A volte ti strappano i vestiti di dosso. Torni indietro nudo e ti avvolgi in un asciugamano. E il giorno dopo non hai niente da metterti per lo show. Le prime ad andare sono le scarpe. Ma come ho detto, è come una doccia fredda. Quando finisci sano e salvo, sei felice.

Christoph
: La cosa migliore di un concerto è che tu esci da te stesso. Suonare ti mette in una specie di stato “qui ed ora”. Non pensi a cosa succederà dopo, c’è solo il momento!

Paul: Gli unici che lavorano davvero sono Schneider e Till. Schneider deve suonare molto duramente. Deve essere esatto e non può cazzeggiare più di tanto. Till deve rimanere totalmente concentrato e pieno di energie perché la maggior parte degli occhi sono su di lui. Gli altri possono prendersi una pausa ogni tanto senza che ciò diventi un problema.
Till ha queste due braccia meccaniche durante “Rammstein”. Fanno veramente impressione. Quando avanza a grandi passi sul palco e spinge i bottoni… e non succede nulla! E’ accaduto due volte! Allora penso che ci saranno dei problemi! Till rimane fermo là e pensa: “Ok, e adesso? Devo togliermeli? Andar a casa?”, poi prende un profondo respiro e pensa: “Non posso spaccarli, costano 10.000 euro. Non posso distruggerli ora”. Allora va nel backstage. Tutti si sparpagliano, perché sanno cos’è appena successo. Senti sbattere qualcosa, qualche cazzotto. Poi tutto torna calmo. Torna fuori. Il pubblico non sospetta nulla. Ma qualcosa è finito rotto là dietro! Dopo un concerto del genere, se ne va in camerino da solo. Si sente un po’ di rumore. Qualcosa che viene “atomizzato”. Questo lo mette di umore migliore.

Flake: In quei momenti Till è davvero di umore pessimo. E sono felice di essere nella band e non incaricato degli effetti pirotecnici. Questi tizi sono sull’orlo del precipizio e dovranno giustificarsi più tardi. Qualcosa si rompe sempre oppure io suono male. Io metto giù la sequenza delle canzoni. Se sono perso nei miei pensieri, posso scordarmene una. Gli altri non se ne accorgono e prendono la chitarra sbagliata. Sono tutte accordate diversamente. Non andrà bene con la chitarra sbagliata. E allora nessuno suona, perché non riconoscono la canzone. Io continuo felicemente a suonare, mi guardo intorno e penso “oh oh!” Devo pensare velocemente a cosa fare. Dovrei fermarmi? Continuare? Iniziare un’altra canzone? Qualsiasi cosa faccia, sarà un casino! (ride) Ma non mi importa.

Till: Qui è quando ci riuniamo poco prima di andare sul palco (si riferisce alle immagini del video ndt). E’ un rito del gruppo. Altri gruppi pregano. Credo che gli Slipknot cadano in una specie di trance metafisico e balbettino qualcosa. Noi beviamo una tequila. E’ il nostro “bicchierino di sveglia”. E poi andiamo!

Flake: Cerco di pensare al concerto il meno possibile. Chiacchieriamo di questo e quello. Iniziamo una conversazione che continuiamo dopo. Till e io ascoltiamo musica folk latino americana. Cantiamo sulle canzoni e cerchiamo di tradurre i testi.

Ollie: Mi piace essere lì 2 ore prima. Puoi iniziare ad immergerti nella giusta atmosfera. Penso sia importante che tutti siano qui 1 ora prima in modo da poterci rilassare un po’, distendere i sensi e immergerci in questa consapevolezza. Prima passi un po’ di tempo con cose tipo giocare a calcio, fare un po’ di stretching o suonare il basso. La cosa importante è che tutti noi siamo qui un po’ di tempo prima e che sentiamo crescere l’atmosfera. E ovviamente c’è un rituale. Till mette su della musica mariachi. Deve avere la stessa canzone ogni sera. Noi iniziamo ad addormentarci puoi sopportarla per 30 secondi. E poi o ti intontisci oppure lasci che questa sensazione ti trasporti via. Devi solo staccare la spina. E quando lo hai fatto poi iniziare.

Till: Sono stupito ogni volta che la gente canta con me. Un tempo pensavo che fossero dei tedeschi che erano venuti con noi. Ma ce ne sono troppi perché sia così. In Europa, cantano i ritornelli e i nostri “slogan”. Ma i Messicani possono cantare quasi interi versi. Molto impressionante! Quando scrivi i testi non pensi a queste cose. Li lasci fluire e ci rimugini sopra. In alcuni casi ricordo ancora dove, quando e perché ho scritto i testi. Come e in che circostanza è abbastanza raro, ma ogni tanto succede. Poi tu sei lì in piedi e non riesci a crederci. E’ molto toccante … e bè … bla bla! (sorride) Ma ogni tanto ti viene la pelle d’oca.

Emu: Sono estremamente affascinato dall’aspetto “corale” della musica dei Rammstein. Quando questo incita qualcosa come 17.000 – 18.000 persone è una cosa che mi fa molto piacere. Guardo anche le partite di calcio, ed è simile. Ma con i Rammstein è più un avvenimento corale. E’ una straordinaria mescolanza di emozioni. Non posso metterlo in un’altra maniera, poiché mi affascina troppo. E’ meraviglioso. Una seduzione fantastica.

Christoph: di solito sai che in ogni paese, quelli sono i fans dei Rammstein. Gli piace la nostra musica e vengono al concerto. Hanno alcune similarità. Lo noti nell’atmosfera generale. Alcuni paesi sono più agitati. Altri lo sono in un grado più basso, oppure le persone ascoltano di più. La Spagna è sempre grandiosa. Un muro di rumore, il pubblico impazzisce completamente. Anche in Francia e, abbastanza sorprendentemente, in molte città inglesi. Un’atmosfera meravigliosa!

Till: In Russia, senti come un ritorno di energia perduta. Percepisci la mancanza di eventi, di concerti, di punti di riferimento culturale. I buoni concerti sono rari per loro. Vanno completamente fuori di testa! E’ stato costruito qualcosa là, persino aggressivamente. Ma è una buona energia ed è divertente suonare là.

Flake: Non hanno normali eventi culturali. Il concerto è sorvegliato dall’esercito sovietico [l’URSS non esiste più, e non era un esercito, solo polizia]. I soldati hanno barricato l’intero isolato. Alcune persone sulla nostra guest list non sono mai arrivate. Solo le persone coi biglietti venivano fatte uscire dalla metropolitana. Tutti gli altri erano rispediti indietro. Perciò loro non sono mai arrivati qua.

Christoph: Quando abbiamo suonato in una grande sala a Mosca, c’erano un sacco di regole e un sacco di sicurezza. La maggior parte delle persone aveva i posti assegnati e dovevano occuparli. L’area davanti al palco, che di solito è murata, era completamente vuota [è stato a San Pietroburgo e non a Mosca]. La gente spingeva da destra e da sinistra. Al centro, separati dalle transenne, c’erano alcuni VIP. Questo era molto irritante. Quando abbiamo iniziato a suonare il posto era pieno ma l’area dove normalmente stanno le persone con cui interagisci, era vuota. Per cui abbiamo provato a convincere il pubblico a scavalcare le barriere. Ma erano riluttanti. Era molto rischioso. Nessuno sapeva davvero come lo staff di sicurezza in uniforme avrebbe reagito. Ma alcuni hanno attraversato e sono andati nella zona centrale ed è finito per essere un buon concerto.

Emu: Non avevo mai incontrato prima un pubblico con una tale approccio per la musica dei Rammstein. In Russia, la gente andava al concerto con i fogli dei testi in tedesco. Era come se il Goethe Institute avesse mandato 7 mila persone. Questa è stata la mia impressione della Russia. 7 mila persone spedite ad imparare il tedesco insieme alla musica. C’erano gruppi d’età che non avevo mai visto in altri paesi. Persone anziane, che conoscevano Pushkin a memoria, sedevano in mezzo al pubblico. Seguivano le parole e voltavano pagina! Non ci si scorda di scene simili tanto facilmente. Molto inusuale per il pubblico dei Rammstein.

Ollie: La band viaggiava separata in quei giorni. Di solito andavamo sempre insieme. Ma dopo tutto questo tempo, ognuno di noi voleva viaggiare come voleva. Mentre gli altri prendevano l’aereo, io spesso andavo in bus con il resto della crew. Una volta hanno perfino noleggiato un aeroplano. L’hanno molto apprezzato perché non erano più costretti dagli orari dei voli. Semplicemente volavi quando volevi.
A me piace avere una “casa” quando sono in tour. Una volta che ti sei stabilito nel bus, è bello dormire nello stesso letto. Ognuno ha il suo piccolo angolo. Quattro o cinque persone siedono dietro a bere vino e guardare film. Se vai d’accordo con loro, è molto piacevole.

Paul: Visto che imparo a conoscere i paesi dai sapori, ovunque andiamo so sempre cosa mangiare. Questo irrita alcuni. In Francia mi piace mangiare “merguez”. In Finlandia siamo andati a pescare al lago. Cerchiamo di fare le cose ovvie. In Inghilterra, abbiamo mangiato fish&chips e bevuto tè… I classici di solito sono le cose migliori. E ti fa piacere quando li trovi. In Giappone abbiamo mangiato sushi o qualche altro cibo giapponese. Spesso cerchiamo di prendere l’iniziativa. Andiamo ad un buon Caffè a fare colazione, invece che in hotel. Controlliamo in quali città siamo e le visitiamo a piedi.

Ollie: Viaggiare fa parte del lavoro. Ogni tanto è una benedizione, altre volte è uno strazio. Naturalmente, è bello andare in posti in cui non sei mai stato prima. Non ci saresti mai andato altrimenti. Ti fai un’idea di dove potresti andare con più tempo.

Till: L’Islanda è stata unica. Una piccola isola e la metà della popolazione che viene al concerto [gli abitanti dell’Islanda sono circa 250.000, per cui Till ha un po’ esagerato – MDT]. Non ci vivono molte persone lì. E che accoglienza! All’inizio ci hanno portato ad una sorgente calda chiamata “The Blue Lagoon”. La gente di fronte all’hotel… quello era completamente diverso. L’Islanda è fantastica. Ci sono ghiacciai, sorgenti calde, geyser, appena qualche albero, formazioni laviche, qualche montagna, una costa bellissima e un sacco di pesce e gamberi da mangiare.
Non sono una persona da città. Vengo dalla campagna. I bei paesaggi mi riempiono di meraviglia. Mi piace viaggiare, ma non al servizio dei Rammstein. Quello è lavoro. Dipende da cosa ti piace.. ma il Rio delle Amazzoni merita sicuramente una visita. È avventuroso… una vera avventura! Puoi prenderti molto velocemente delle fastidiose infezioni. Puoi anche vedere i delfini di mare, le anaconde, i bradipi, o andare a pesca di piranha.
La nostra guida là era imparentata con un Indiano. Quando hanno iniziato a bere, noi siamo andati a pescare. Abbiamo catturato un anaconda. Veramente due, una l’abbiamo liberata… e l’altra era morta. Allora l’abbiamo squoiata. Ora è appesa nella camera del mio amico. È lunga 7 metri.
Perché la gente va a fare delle spedizioni al polo? Non c’è nulla da vedere là. Ma qualcosa ti attrae. È difficile descrivere perché si viaggia. Non te ne accorgi finché non sei di nuovo a casa. Dove puoi approfittare dei ricordi per molto tempo. È come avere una specie di magazzino interno. Quando le cose non vanno bene, basta entrarci e prendere un bicchiere dalla “riserva viaggi” per il tuo spirito, aprirlo e riempirsene (sorride).

Christoph: All’inizio, c’era una grande differenza per me. In tour, io evadevo completamente dal mondo di casa mia. Dopo 3 o 4 settimane l’avevo lasciato dietro. Facevamo tour più lunghi allora, a volte anche due mesi di seguito. Era come un nuovo mondo per me e spesso mi innamoravo degli altri paesi. Pensavo che avrei dovuto vivere là e che fosse un posto migliore. Erano mondi separati per me. A casa era molto difficile ritrovare i miei punti di riferimento, tornare alla mia vita normale. Mi servivano settimane per abituarmi di nuovo a tutto. Ora che l’ho fatto tante volte e ho più confidenza, sono diventato più professionale. Ora so che è il mio lavoro! Non mi lascio più tanto prendere dall’emozione!

Till: La mia visione del mondo è diventata più flessibile per certi aspetti. Diventi più rilassato riguardo ad un sacco di cose. Puoi startene seduto a raccontare storie. Girare i video spesso impiega un sacco di tempi d’attesa. Qualcuno improvvisamente dice: “Ti ricordi di quando…?” e la prossima cosa sai che sarà che ci racconteremo vecchie storie. Come quando eravamo seduti nella giungla in Australia, guardando il cielo notturno.

Paul: Prima andavamo sempre fuori di testa dopo i concerti. Eravamo sempre dietro ad urlare e gridare! Dovevamo scaricare l’adrenalina. Qualcosa finiva sempre per essere spaccato. Ora sappiamo quanto siamo carichi. Quindi rimandiamo a dopo i discorsi qualitativi. Altrimenti, le cose finiscono subito sul triviale e perdiamo ogni obiettività!

Richard: Devi trovare qualcosa da fare dopo lo show per disperdere tutta questa energia. Hai bisogno di uno sfogo, qualche tipo di meditazione dopo. Hai assorbito l’energia di 20.000 persone e ce l’hai bloccata dentro. Dopo, è come essere improvvisamente lasciato cadere. Devi cercare di bilanciarlo. Non ho ancora trovato il modo giusto.

Ollie: Mi piace fare una doccia veloce, togliermi il trucco e poi andare al bus o all’hotel. Non mi piace uscire dopo il concerto.

Flake: Prima sei felice di aver finito. Poi ti fai una doccia, se c’è acqua… poi ti bevi una birra e puoi dormire!

Emu: Questa è proprio la ragione per cui lo faccio. È il momento di completa sincronia tra l’intento e l’effetto! Tutto ciò che trasmetti dal palco, ti ritorna indietro. È la cosa più bella che ti può accadere!

Till: Me ne vado per un bel po’ di tempo, dopo aver finito il mio ruolo.

Richard: Mi piace non fare nulla, per tutto il giorno. Stare a letto, alzarsi, girare per la città, bere un caffè e lasciare che il giorno passi, cosa che faccio raramente. Le cose che la gente fa il weekend sono cose che non faccio mai. Ma mi piace farle.

Flake: Tornare a casa per me è un vero lusso. Posso cucinarmi il mio cibo di nuovo, andare a letto, non devo parlare con nessuno.

Paul: Con i Rammstein, abbiamo sempre avuto solo 2 settimane di vacanze in estate. Rimanere semplicemente fermo in qualche posto è qualcosa che non faccio da 10 anni. E ho intenzione di godermelo per bene! Andare da qualche parte e starci.

Christoph: (fa vedere delle foto di una sala vuota) Prima, dopo? Non lo so. Una mezzora dopo il concerto, l’atmosfera c’è ancora. Puoi sentire l’energia del pubblico, il calore… e poi ogni cosa viene portata via e ognuno fa il proprio lavoro. È molto strano. La magia del concerto era ancora lì… dopo che viene suonata l’ultima nota e i credits iniziano a scorrere, le luci della sala si accendono, la gente se ne va e ognuno inizia il proprio lavoro, smontando tutto velocemente. Vedi che tu sei vivo solo per un momento. Sei qui per poco tempo, accade … e poi è storia…