Francoforte, Festhalle, 10/12/2004
by Euge


 

La mia avventura verso il concerto dei Rammstein inizia giovedì 9 dicembre quando, intorno alle 6 di mattina, parto da Modena in treno, con la mia ragazza per l’aeroporto di Forlì dove, una volta fatto il check in prendiamo l’aereo delle 10.30 alla volta di Francoforte Hahn.

Arrivati in Germania, dove c’era un freddo porco rispetto alle miti temperature della pianura padana, ci siamo imbarcati su un pullman che, dopo un’ora e quarantacinque minuti di viaggio, ci ha scaricati dinanzi la stazione centrale della capitale finanziaria della Germania. Francoforte, a prima vista, c’è parsa subito una bella città, molto moderna e dall’aria salubre e discretamente pulita. Una volta raggiunto l’albergo e scaricate tutte le valigie, siamo andati a fare un giro in “centro” con l’intento di trovare un fioraio dove avremmo comprato 7 rose da consegnare a Richard il giorno seguente. Il primo pomeriggio di permanenza a Francoforte pian piano stava giungendo al termine e, nonostante avessimo visitato tutti i super – iper – maxi – mega store (di dimensioni veramente grandissime, uno, il più grande, si estendeva su ben 15 piani ciascuno di dimensioni spropositate) non avevamo trovato nessun fioraio e neanche il contatto che ci avrebbe permesso di arrivare ad avere quello che in seguito verrà spiegato… Erano circa le 19.30 e decidiamo di entrare in un Mc Donald (uno dei tanti perché ce n’era veramente una quantità esagerata a distanze anche molto ravvicinate) dove decidiamo di prendere un BIGGER Big Mac, un Big Mac con il 20% del diametro in più (una figata!!!) e un Big Mc Chicken, un Big Mac con la carne di pollo (un’altra SUPER FIGATA!!!), e di provare a telefonare al nostro contatto di Francoforte che, come nei migliori film d’autore, non risponde mai al momento del bisogno!!!

Distrutti e un po’ stanchini torniamo in albergo dove riproviamo a telefonare al contatto che stavolta, come per magia… non risponde e c’è sempre la solita musichetta del CAZZO come segreteria! Non ci diamo per vinti e riproviamo e, dopo pochi secondi, si sente dire “HALLO” con un tono e un’acca aspirata tipicamente tedeschi. La telefonata è proseguita con la spiegazione di cosa avevamo bisogno ed è finita con le parole “see you tomorrow in the venue of the concert”. A questo punto non c’era più nulla da fare se non riposarsi e recuperare le energie per la giornata successiva che sarebbe stata molto, molto lunga!!!

Venerdì, intorno alle 11.00, eravamo pronti per tornare a fare un giretto per Francoforte, abbiamo visto la cattedrale e qualche altro monumento antico e dopo pranzo siamo andati a cercare qualche regalo per il gruppo, in particolare i fiori e qualcosina di carino per Paul visto che il giorno precedente era il suo compleanno.

Verso le 17.00 ci siamo incamminati verso l’albergo e poi, poco dopo, verso l’immenso luogo del concerto, non senza sbagliare strada…! Metropolitane a parte siamo arrivati al Festhalle che i cancelli erano ancora chiusi a abbiamo dovuto aspettare un pochino. Alle 18.30 hanno aperto i cancelli ma, nonostante avessimo i biglietti già da prima del concerto al Knaack a Berlino, siamo stati costretti ad aspettare ancora una buona mezzoretta abbondante e a fare un’altra telefonatina al contatto prima di riuscire ad avere ciò che ci aveva fatti così contenti la sera precedente… Sì, alle 19.13 (ora del mio cellulare), abbiamo ricevuto la busta con dentro la bellezza di DUE biglietti esclusivi per il concerto, senza prezzo indicato, e due sgargianti pass rosa fluorescente con la scritta AFTERSHOW: alla fine era valsa la pena di aspettare ancora una quarantina di minuti al freddo, avevamo i pass per andare a incontrare la band!!! Felici e contenti entriamo e, nonostante la platea fosse già abbastanza gremita di gente, riusciamo ugualmente a posizionarci abbastanza vicini al palco.

Alle 20.00 in punto iniziano a suonare i milanesi Exilia. Era la prima volta che sentivo la loro musica: non mi hanno emozionato più di tanto. Mi hanno dato l’impressione di essere una via di mezzo tra i Korn (la voce della cantante ricorda parecchio le urla di J. Davis) e gli Evanescence più leggeri e commerciali. La loro esibizione, durata circa quarantacinque minuti, è stata abbastanza buona e, a parte qualche incertezza del batterista, hanno saputo rispettare in modo dignitoso il ruolo di opening act al quale erano stati assegnati.

Dopo un veloce cambio di palco e un breve sound check, eseguito dai roadies dei Rammstein vestiti in pantaloni camicia e cravatta, esattamente come la band nelle foto promozionali del cd Reise Reise, il Concerto ha inizio. Le luci del Festhalle sono ancora accese quando parte un nastro con 5/4, un b-side del singolo di Mutter, dopo 5 minuti circa la canzone finisce e stavolta quello che inizia non è più un nastro, ma il suono della fisarmonica suonata da Flake: è Reise Reise! Tutto improvvisamente diventa buio e il tendone che copriva gran parte del palco cade. La band è tutta sulla parte alta del palco tranne Till che esce in basso da una porta posizionata al centro di questo. Il concerto si apre con una tra le più belle canzoni dell’ultimo album, in maniera splendida e con dei giochi di luce davvero meravigliosi. La band è in perfetta forma, e anche Till da l’idea di essere abbastanza rilassato e non incazzato come sempre! Dopo Reise si passa subito a Links 2 3 4 eseguita eccellentemente con tanto di esplosioni all’inizio, e alla canzone più heavy dell’ultima release, Keine Lust, per arrivare poi ad un altro grandissimo successo di Mutter: Feuer Frei. In questo brano la band non smentisce il suo amore per tutto ciò che riguarda il fuoco e le esplosioni e, esattamente come nel video promozionale della canzone, Till, Richard e Paul escono sul palco con tre veri e propri LANCIAFIAMME. I giochi col fuoco si sprecano e all’interno dell’arena la temperatura comincia a salire… Seguono Rein Raus da Mutter, Morgenstern e Mein Teil dall’ultimo cd. Proprio in questa canzone Flake e Till si rendono partecipi di uno spettacolare siparietto esplosivo: Till esce sul palco vestito da cuoco con tanto di cappello, coltelli e marmitta! Nel mega pentolone c’è Flake che, ad un certo punto, tenta di scappare per non esser arrostito ma, rincorso da Till viene ripreso e riconsegnato al suo destino: quello di essere ben cotto stile flambé con il lanciafiamme! Tutto il pubblico apprezza tantissimo la scenetta e canta qualcosa tipo “addio Buck Dich e ben arrivata Mein Teil” (anche in Buck Dich Till e Flake erano protagonisti di uno sketch in cui il primo sodomizzava il secondo). Stein Um Stein, l’acustica Los e Moskau scorrono via velocissime; alla fine di questa si spengono tutte le luci e si intravede la figura di Till maneggiare una sorta di arco… parte subito una musica con un suono tipicamente elettronico e dal pubblico parte un boato immenso, dal manico dell’arco escono migliaia di scintille, è Du Riechst So Gut, la prima hit dei Rammstein, la canzone che per il suo sound, molto particolare, ha reso celebre la band in tutto il mondo. Seguono a ruota una stupenda Du Hast, ricca di effetti speciali e cantata per la maggior parte dal pubblico, e Sehnsucht, anche lei densa di fiammate e scintille. Chiude la prima parte del live set la discussissima Amerika, con Till che alla fine della seconda strofa tende a precisare “fuckin’ Mickey Mouse”; la canzone si conclude con milioni di coriandoli di bianchi, rossi e blu sparati in aria. Dopo qualche minuto di pausa la band salta fuori di nuovo e Flake attacca Rammstein: Till in questa canzone non si presenta con il solito cappotto di fuoco ma con un marchingegno che gli fa lanciare grossissime fiammate dalle mani ogni qualvolta lui le alza verso il cielo. Le hit si susseguono una dopo l’altra e a Rammstein seguono Sonne e Ich Will. Da segnalare la prima di queste due canzoni per l’altissimo numero di effetti usati: nei ritornelli ogni volta che veniva scandito un numero partiva una fiammata da tutte le 8 bocche poste sul palco, uno spettacolo veramente mai visto prima!!! Lo show sta lentamente giungendo al termine ma il gruppo non ha ancora finito di stupire: dopo altri pochi istanti di stop viene suonato il terzo singolo estratto da Reise Reise, Ohne Dich: un’esecuzione magistrale che dimostra quanto i Rammstein siano ormai in grado di trovarsi a proprio agio sia con i pezzi più potenti che con le complesse ballate. Chiude un concerto veramente stupendo Stripped, un pezzo dei Depeche Mode rifatto dai Rammstein e pubblicato anche sull’album tributo “For The Masses”. Anche in questo brano la band vuole continuare a stupire e lo fa con Olly che, durante lo stacco e metà canzone sale su un gommone e “naviga” sopra le mani del pubblico completamente in delirio.

Il concerto era appena terminato, ma non per noi… Ci siamo subito precipitati alle transenne con il nostro AFTER SHOW PASS e abbiamo domandato alle guardie di sicurezza cosa dovevamo fare. Loro ci hanno risposto di aspettare un attimo e, nel frattempo, di andarci a bere una birra per smaltire tutto il caldo che avevamo accumulato. Ritornati dal bar, abbiamo aspettato ancora una ventina di minuti fin quando la guardia che si era allontanata un istante è tornata da noi. Ad un certo punto si avvicina e dice in un inglese abbastanza incomprensibile: “Ci dispiace, il tempo per entrare all’after show party è finito; ora potete andarvene fuori per cortesia?”. Io e la mia morosa, all’inizio, abbiamo provato a mantenere la calma spiegandogli che era lui che ci aveva detto di andare bere qualcosa e di aspettare un po’ di tempo, ma questo in modo abbastanza scortese ha continuato ad insistere perché uscissimo. Allora ci son girati i coglioni e, dopo aver telefonato di nuovo alla persona che conoscevamo e dopo aver capito che ormai non c’era più nulla da fare, abbiamo iniziato a caricare di nomi il tipo. Gli è stato veramente detto di tutto e, al momento, preferisco evitare questa parte di narrazione.

Dopo aver visto e salutato il chitarrista degli Exilia, siamo andati al banco del merchandising dove un ragazzo della road crew ci ha domandato cosa facessimo in quel luogo con i pass in bella vista. Noi abbastanza tristi e rassegnati gli abbiam raccontato tutta la nostra storia e lui, molto gentilmente si è offerto per aiutarci; abbiamo lasciato a lui tutti i pacchetti per la band e, su uno di questi, ho avuto la bella idea di scriverci sopra il mio numero di cellulare e il mio indirizzo mail. Lui ha detto di non preoccuparci perché li avrebbe sicuramente consegnati al gruppo il giorno dopo, a Dortmund.

Ci siamo così avviati abbastanza stanchi verso l’albergo dove abbiamo riposato un po’ e poi, alle 3 di mattina abbiamo preso il taxi per la stazione centrale dove il bus ci avrebbe portato di nuovo all’aeroporto dove saremmo arrivati intorno all 5. Dopo aver fatto il check in ed essersi già sistemati sull’aeroplano pronti per la partenza, alle 8.30 la voce del comandante irrompe per la prima volta nel silenzio e nella sonno generale che regnava su tutto l’aereo: “Ci dispiace abbiamo riscontrato un problema con un portellone; vediamo ora se riusciamo a sistemarlo, a breve qualche aggiornamento.” Dopo circa mezz’ora la sua voce si fa sentire ancora: “Stiamo lavorando, tra circa 5 minuti deciderò se partire o rimanere fermo ancora un po’ qua”. Alle 9.43 minuti sempre la stessa voce ci comunica che dovevamo ritornare dentro il terminal perché non si riusciva ad aggiustare il problema in breve tempo. Tornati in aeroporto abbiamo aspettato ancora un po’ fin quando una vocina stridula da un altoparlante non ci comunica, prima in tedesco e poi in inglese, che il volo è stato soppresso e che saremmo dovuti tornare a casa con un altro aereo. In quell’esatto istante circa un centinaio di persone INCAZZATE NERE si è riversato sull’ufficio informazioni che nel giro di pochi secondi è arrivato alla conclusione che chi doveva prendere il volo per Forlì sarebbe stato imbarcato senza spesa alcuna su un altro aereo per l’Italia. In questo modo abbiamo campeggiato in aeroporto a Francoforte fino alle 15.55 quando partiva il volo per Pisa che avevamo deciso prenotare. A Pisa abbiamo poi preso il treno e siamo finalmente giunti a Modena alle 21.08 dopo 36 ore che non dormivamo. Al nostro arrivo eravamo si un po’ delusi, ma comunque felici per aver assistito al più bel concerto della nostra vita. Di certo torneremo a vedere i Rammstein non appena verranno in Italia o nelle vicinanze del nostro paese.

Oggi è mercoledì 15 dicembre 2004 e, con mia estrema felicità voglio comunicare che ieri, martedì 14 mi è arrivata una mail che diceva esattamente così:

“Abbiamo ricevuto i tuoi regali e sono stati molto graditi.
Tante grazie e speriamo di vederti presto on the road.
Tanti saluti!!!

PS: ti prego di cancellare questo messaggio per evitare che magari la nostra mail, a causa di qualche virus di Internet si possa moltiplicare.

Grazie ancora”

Dopo aver letto il messaggio sono subito stato molto felice e lo ho cancellato immediatamente; lo so che la mail non era firmata, ma nell’oggetto c’era scritto “Frankfurt gifts”, e solo tre persone (che avevano la mia mail) dovevano ricevere un regalo a Francoforte… come dice sempre Nebel: “se tanto sai chi ssono a scrive’ che mmi firmo affà?”. Per ora tanti saluti e mi raccomando: se qualcuno vede Paul con una camicia nera con dei disegni ricamati in rosso inviatemela immediatamente!!!

…see you on the road!!!


Francoforte, Festhalle, 10/12/2004
by Izmirliana

Preparatevi perché questo è il racconto del nostro viaggio a Francoforte per vedere i Rammstein! Viaggio che era quasi una scusa per devastare i nostri stomaci inermi con i mitici mercatini di Natale tedeschi!

Ma partiamo dove è nato tutto. Nell’estate 2004 finalmente si hanno le date del tour di Till & soci. Dopo una brevissima consultazione io, Izmirliana, e il mio Oscuro Signore (in parole spicce mio marito Trofimof), decidiamo per la data di Francoforte del 10 dicembre. L’idea è di andare a vederli a casa loro, in Germania, indipendentemente se faranno anche una data italiana o meno. La scelta di Francoforte è data dalla comodità lavorativa di entrambi e dall’occasione di visitare una città che potrebbe presto diventare la nostra nuova casa. La mia speranza, trattandosi della stessa settimana di S.Ambrogio e dell’Immacolata, è di fare un’intera settimana vacanzosa culminante nel concerto ma Trofimof mi tarpa subito le ali: dovrà portare a casa la pagnotta fino al 9 dicembre, non se ne parla proprio. E con questi sentimenti contrastanti acquisto i biglietti. Nel frattempo ci capita anche di andare in vacanza e quando ritorniamo eccolì lì che ci aspettano, con una bellissima foto omaggio dei nostri. Durante la vacanza avevamo passato un fine settimana insieme a Forest e alla sua Dama e avevamo animatamente discusso di futuri concerti. Meglio. Barattato. Izmirliana e Forest vogliono andare al concerto dei Nightwish. A Trofimof suscitano tensioni intestinali. Però Trofimof ha già fatto perdere a Izmirliana il concerto dei Das Ich per colpa delle tensioni intestinali. Forest sarebbe interessato al concerto dei Rammstein ma in cambio vuole che Trofimof venga a vedere i Nightwish. Trofimof non ne vuole sapere. Forest si ricorda che ci sarà prossimamente anche il concerto dei Cradle of Filth. Izmirliana è contenta, preferisce loro rispetto ai Nightwish. Izmirliana mette sulla bilancia il concerto dei Rammstein rispetto a quello dei Cradle. Trofimof risponde che lui a venire i Rammstein ci va con piacere e di sua libera iniziativa ma ciò non ha nessuna attinenza con altri concerti di gente tamarra che rutta che vogliono vedere Izmirliana e Forest. Forest ribatte che farsi il viaggetto fino in Germania per vedersi i Rammstein lo fa anche volentieri per la compagnia ma proprio perché ci si diverte insieme sarebbe interessante replicare sia per i Nightwish che per i Cradle. Trofimof lascia il tavolo delle trattative.

Alla fine il biglietto per Forest l’ho preso e ai Nightwish non ci siamo andati perché avevamo tutti altri impegni. I Cradle sono tra qualche mesetto, staremo a vedere... ma questa è un’altra storia!!

I giorni passano, esce Reise Reise, l’ultimo album, l’eccitazione aumenta man mano che la data si avvicina. Eccola! Il viaggio vero e proprio inizia per me e Trofimof il 9. Appassionati dei voli low cost come siamo ci siamo appoggiati alla Ryanair, l’unica che serve Francoforte da Milano e da Roma (casa di Forest). Con il piccolo particolare che Ryanair parte da Milano (anzi, Bergamo) alle 7 del mattino!

Ma ecco che Trofimof ha la soluzione. Approfittare dell’ospitalità del suo papà bergamasco, che abita proprio nelle vicinanze dell’aeroporto, per la sera prima, in modo da svegliarsi almeno il più tardi possibile. Detto, fatto. Il 9 sera, stanchi di ufficio, riempiamo le ciotole del nostro gatto di 6 chili di tanto cibo da sfamarlo per un mese, salutiamo col gesto dell’ombrello il cesso rotto da due giorni e dopo aver controllato 50 volte di aver tirato su i biglietti, raggiungiamo i bricchi bergamaschi. L’occasione è buona per riunire la famiglia e si fa una grande festa a base di salame contadino e formaggini fatti in casa. Risultato: panze piene e pochissime ore di sonno. Siamo andati a dormire verso mezzanotte e ci siamo svegliati alle 4.30. Con la particolarità che il mio suocero bergamasco considera 18 gradi come la temperatura normale dei caloriferi in inverno. Varcate le coperte del letto siamo stati attanagliati dal freddo più atroce che ha bloccato completamente la digestione residua del salame contadino. Alle 5 eravamo già pronti a partire, non si poteva resistere di più in quella casa. Viaggio spettrale in mezzo ai paesini della bergamasca che si svegliano e poi arrivo in aeroporto. Vediamo una fila immensa al check-in. Ci viene un colpo. Poi guardiamo bene: sono quelli che vanno a Bruxelles (???), per Francoforte ci sono due sfigati. Meglio così. Non ci sono intoppi e l’aereo parte in orario.

L’atterraggio in Germania è salutato dalle mie ole estatiche. In perfetto orario. Con il particolare che ci sono 2 ore e mezza di attesa prima che arrivi l’aereo di Forest, con orari decisamente più comodi. Il nostro stato di rimbambimento è facilmente intuibile ma non ci diamo per vinti. Assaltiamo il bar dell’aereoporto e lo scegliamo come luogo di bivacco. Inizia la mangiata, tanto io amo le torte a tre piani tedesche quanto Trofimof i loro panini. E si può fumare!

Infine arriva anche Forest e viene trascinato anche lui al bar, in attesa che la navetta per Francoforte parta. Un appunto: l’aereoporto dove atterra Ryanair è quello di Hahn. Hahn è un paesino quasi al confine con la Francia, a un’ora e tre quarti da Francoforte, quella vera. Ma la sottoscritta, avendo vissuto in quella zona per un paio di mesi, è preparatissima! Infatti andiamo a prendere la navetta e purtroppo è già piena. La successiva parte un’ora dopo. Però ce n’è una per Mainz (Magonza). Faccio salire i ragazzuoli e partiamo, da Mainz poi mezz’ora di treno Intercity e si arriva a Francoforte. Alla fine ci abbiamo messo meno tempo anche se al costo di 3-4 euro in più.

Ma ecco i grattacieli di Francoforte all’orizzonte. Siamo arrivati! Dopo un simile viaggio, sempre col sonno atavico in agguato, ci concediamo un taxi fino all’albergo. Nel frattempo è quasi diventata l’ora di pranzo e nessuno di noi si vuole perdere l’opportunità di mangiare nuovamente un po’ di carnaccia con contorno di patate arrosto. Ci vestiamo e usciamo. Badate bene che “vestiamo” non è stato messo a caso. In Germania fa sempre un freddo barbino d’inverno, parola di freddolosa come me. Consapevole di questo avevo preallertato i miei compagni di viaggio e riempito la valigia come se partissi per una spedizione in Antartide con i cani slitta. Ed ecco la mia mise tedesca. Canottiera, due maglioni, supermaglione. Il supermaglione è un maglione lungo fino alle ginocchia comprato appositamente per i viaggi in Germania. Sopra di questi il cappottone di lana molto caldo e molto dark, con borchie e catenelle. E per completare guanti e passamontagna che lascia fuori solo l’ovale del viso, modello Igor. Ai piedi anfibi con la lana dentro e due paia di calzettoni. Sarà per questo che gli autoctoni, belli come il sole nelle loro giacchine a vento, continuavano a guardarmi?
Ma non era solo colpa mia, Trofimof aveva sciolto i capelli lunghi, per riparare le orecchie, e vestiva solamente un cappottino borchiato lungo fino ai piedi con le mostrine e il doppiopetto, mentre Forest, tutto in pelle e col crapone pelato, sembrava un avanzo di galera.

La città è un tripudio di bancarelle e casette di legno del mercatino di Natale. Ci ripromettiamo di girarcelo tutto il giorno dopo e resistiamo alle sue innumerevoli tentazioni. Becchiamo finalmente un ristorante tipico e ci disfiamo a suon di stinchi di maiale e Bratkartoffeln. Dopodiché decidiamo che potremmo anche schiacciare un pisolino prima del concerto ma ormai è già pomeriggio inoltrato. Riusciamo a dormire un’ora quando suona la sveglia del potere, quella puntata per raggiungere il concerto. Ancora più intontiti dal sonno e dalla stanchezza ci prepariamo. Non posso evitare, causa freddo costante, di rimettere la mia mise tedesca ma ho una brillante idea: il sacchettone.

In viaggio! Ci avventuriamo nella metropolitana di Francoforte e raggiungiamo la fiera. Ebbene sì, perché il concerto si tiene alla Fiera di Francoforte. E non solo, si tiene nella sala chiamata Festhalle, che è quella che li ha resi famosi ai più durante gli MTV Music Awards di qualche annetto fa, quando cantarono Ich Will. Il presente e il passato insomma. E il futuro?

Accantono i quesiti filosofici per deliziarmi alla vista delle persone in metropolitana con noi, alcune che chiaramente stanno andando al concerto. Arriviamo alla fermata della Festhalle e seguiamo la folla, decisamente più esperta della zona di noi. Usciamo e sembra la sagra della porchetta, tutti a mangiare e bere. Ma noi vogliamo entrare! Ed eccoci, in mezzo ad una folla enorme, dentro la Festhalle. Non abbiamo più sonno, solo adrenalina. Il primo impatto toglie il fiato. Il luogo è enorme, terrà 12.000 persone, è alto ed è dovunque completamente gremito. Menomale che nessuno di noi ha problemi con la claustrofobia. Passato lo smarrimento iniziale prendiamo le misure col palco dove suoneranno i Rammstein e ci rendiamo conto di una cosa. Considerato che il tedesco medio ci supera tutti di almeno 5 cm non vedremo una mazza da nessuna parte! Sgomento! I nostri biglietti sono per la platea, tentiamo di fare i furbi e infilarci in balconata ma subito ci fanno tornare tenendoci l’orecchia in platea. Niente da fare, ci dobbiamo rassegnare.

A questo punto Forest vuole bersi una birra. Lo accompagnamo al bar e ci rendiamo conto di una cosa: tutti hanno avuto la stessa idea. Se già prima il luogo era affollato in prossimità del bar lo è molto di più, una cosa impressionante! E io non la bevo nemmeno la birra! Dopo un quarto d’ora cronometrato di fila iniziano a cantare gli Exilia, il gruppo di supporto. Metà della loro performance l’abbiamo passata in coda. Non che ci sia dispiaciuto particolarmente, sembravano la brutta copia dei Guano Apes!! Inoltre c’è una ragazza sola proprio davanti a noi nella fila che continua a tentare di attaccare bottone ma è straniera quanto noi e tra la musica e le nostre conoscenze del tedesco non proprio da madrelingua ci capiamo appena.

Finalmente Forest ha ottenuto la sua birra e se la può tracannare. E’ arrivato il momento del sacchettone. Dicesi sacchettone un sacchetto di plastica enorme nel quale abbiamo infilato i relativi cappotti e maglioni, che abbiamo chiuso e messo in mezzo a noi. Ora siamo tutti e tre in tenuta da concerto. Ci guardiamo. Forest è il continuatore delle tradizioni, ha addosso una maglietta degli Overkill col ditone sulla schiena che ha da una vita e che utilizza per ogni concerto. Trofimof fa l’alternativo, una t-shirt e dei pantaloni neri qualsiasi. Io, essendo quella sobria, non posso fare a meno di sfoggiare una giacca gessata rossa di lip service e una gonna lunga di pelle con le cose appese.

Ora ci guardiamo intorno. Otteniamo la conferma che siamo circondati da marcantoni. Però non fanno brutto, anzi. Il pubblico è davvero molto eterogeneo, dal diciottenne al sessantenne, non prevalgono un colore o un etichetta particolare, c’è di tutto e in generale sono tutti molto tranquilli e sobri. E questo è il pubblico dei Rammstein? Per domare il nervosismo prima dell’inizio del concerto, da bravi italiani, ci mettiamo a fare le battute della serie:
- Guarda, quello sì che fa brutto!
- Quello è cattivissimo, è un satanista!
- Che paura, eh?

Non abbiamo portato la macchina fotografica. Si è rotta due giorni prima di partire!

Si spengono le luci! Inizia! Reise Reise!! Finalmente, ci siamo, ce l’abbiamo fatta, il concerto è qua! La mia gioia è incontenibile, saltello tra un’ascella e un gomito per riuscire ad avere frammenti di visuale del palco. I Rammstein hanno sempre dei vestiti che gli ruberei! Durante Reise Reise, Till ha una bellissima giacca da lupo dei mari.

Passata l’euforia iniziale però ci rendiamo conto di una cosa e infatti appena finisce la canzone ci consultiamo. Si sente male! Sembrerà incredibile ma i suoni sono mixati male! Una cosa simile ad un concerto dei Rammstein, che dovrebbe avere dei tecnici del suono con le palle quadruple?! Confidiamo che si aggiusti man mano che il concerto va avanti e continuiamo a goderci lo spettacolo. Quel poco di visibile.

I nostri sono animali da palcoscenico e quelle poche volte che riesco a carpire immagini del palco rimango sempre premiata. Il mio Trofimof mi solleva anche un paio di volte sulle spalle ma soffro di vertigini e mi faccio subito mettere giù.

Un altro paio di canzoni, tutte del nuovo album, e siamo di nuovo a confabulare. Non solo i suoni non accennano a migliorare ma sia band che pubblico sono di una moscezza spaventosa! I Rammstein hanno suonato tutte le canzoni veloci del nuovo album più lentamente. E poi il pubblico è lì impalato a guardare, qualcuno addirittura ci osserva stranito mentre ci scateniamo a ballare e saltare. Certo, non siamo nelle primissime file, siamo circa a metà della platea ma non è che le prime file stiano facendo, a vederle, molto più movimento.

La cosa più sconvolgente sono però i Rammstein stessi. E’ vero, le canzoni di Reise Reise sono suonate più lentamente e, se posso osare, anche con poca convinzione. Ogni canzone segue l’altra a intervalli di pochi secondi, senza parlare al pubblico o farlo cantare. C’è anche da dire che lo spettacolo, con i “classici” spettacoli pirotecnici, è sempre eccezionale, all’altezza del loro nome.

Però che belle le canzoni dei Rammstein, penso, le ascolto quasi più con le orecchie della mente che con quelle fisiche. Non ricordo esattamente la scaletta ma tutta la prima metà del concerto ha riguardato Reise Reise. Iniziamo a fare le congetture: magari è la casa discografica che vuole puntare su Reise Reise; magari hanno dovuto fare delle mosse più commerciali; magari non gli piace; magari gli Exilia li hanno drogati...

Inizia Los. Ecco, Los è una canzone che sta sulle scatole a tutti e tre. Stiamo fermi, non balliamo, nulla. Ci diciamo un paio di barzellette sui cowboy che mangiano i fagioli. E invece il pubblico è in delirio, inizia per la prima volta a scaldarsi, a far casino. Noi inorriditi. Non pensavo di conoscere così poco dei tedeschi!

Poco male, almeno inizia un po’ di pathos. E dopo Los le canzoni dei vecchi album, i grandi successi. E qui il discorso cambia. Non solo il pubblico è più partecipe ma ci pare anche che la qualità del concerto migliori. I suoni sono meglio e la foga dei Rammstein pure, anche se Till sembra non abbia voglia e continua ad invertire due frasi della strofa centrale di Ich will, come aveva fatto anche negli MTV Music Awards. Un viaggio nel tempo!

Magari i tecnici del suono hanno tenuto le impostazioni dei vecchi concerti per questo nuovo e certe cose con Reise Reise non azzeccano. Magari Francoforte gli sta sui maroni! Chi se ne frega, ricominciamo le danze! Il pubblico non è così caldo come in Italia ma almeno canta e si agita. Meglio di un calcio nel popò, no?

Il sacchettone è sempre lì in mezzo a noi, resiste, e la gente lo evita pure!

E pian piano il concerto finisce. Oliver, il batterista, si butta sul pubblico a bordo di un canotto che lo trascina verso la nostra direzione. Gli faccio i gesti più invitanti possibili perché si avvicini ma dopo un po’ il canotto inverte la rotta e torna indietro. Ci abbiamo provato!

Alla fine i Rammstein hanno suonato anche la loro versione di Stripped mentre invece ci sono state alcune grosse lacune, a nostro avviso, come per esempio Asche zu Asche. La prima cosa che chiedo ai maschietti è se vogliamo andare a vederli nella loro data italiana (confermata proprio qualche giorno prima della nostra partenza) ma anche Trofimof e Forest, come me, rimangono un po’ dubbiosi e delusi dal concerto.

L’idea generale è che è stato un concerto carino ma con alcune pecche che potevano essere risolte facilmente. Inoltre, forse perché si trattava dei Rammstein, le nostre aspettative erano molto alte, invece il concerto è stato al livello di un concerto “normale”, nulla di stratosferico, quasi come si stessero contenendo, non stessero dando tutti se stessi. Un gran peccato. Ma ciò che conta è che finalmente li abbiamo visti dal vivo e potremo vantarcene a vita!!

A proposito, chiedo nuovamente, ma secondo voi faranno un altro album? Per quanto il nuovo album piaccia a tutti e 3 l’idea che ci ha dato il concerto è stata di un gruppo che ha già raggiunto l’apice, non in declino ma nemmeno in ascesa. Di solito a questo punto i gruppi o si sciolgono o peggiorano. Io toccherei ferro. Vedremo cosa diranno i posteri. Noi intanto dopo aver fatto due volte il giro dell’isolato abbiamo trovato la metropolitana e ci dirigiamo in centro a farci una bella bevuta. I mercatini purtroppo sono tutti chiusi. Troviamo questa birreria stile antico con ancora qualche prussiano imbalsamato dentro. Purtroppo anche la cucina è chiusa, niente stuzzichini. Mi consolo con una fetta di pane nero rubata al ristorante del pranzo.
Di ritorno in albergo ci fermiamo tutti in camera nostra perché su Viva danno un’intervista ai Rammstein. Niente di che, solite cose che si dicono in un’intervista, però è così raro vederli “nature” parlare che si rimane colpiti. Talmente tanto che ci siamo accorti del “lieve” strabismo di Richard, sintetizzato da Forest con le seguenti parole colme di saggezza: “Ha un occhio che manda affanculo l’altro”.

Dopo un’ora di intervista tutto il sonno e la stanchezza accumulati tornano a farsi sentire, così Forest torna nella sua cameretta e si può dormire.

Il giorno dopo suona la sveglia ed è come non aver chiuso occhio. Perché avevamo messo la sveglia?! Per i mercatini! E per visitare Francoforte!

Francoforte, come molti immagineranno, non è tra le più poetiche città del mondo. E’ una città commerciale, di lavoro, comunque molto più vivibile di Milano. Come molte città tedesche è bagnata da un fiume, in questo caso il Meno, che permette delle gradevoli passeggiate sulle rive in ogni stagione.

Dove c’è la stazione ci sono anche la fiera e la zona più affaristica, famosa per i tanti e unici grattacieli della città, che contrastano fortemente per i colori di varie tonalità di muffa e per la panoramica con il resto dei palazzi e delle abitazioni della città, decisamente più convenzionali. Da lì parte un viale che poi si ingrossa e diventa pedonale: la strada principale dello shopping. E proprio lì ci siamo buttati noi!

La colazione dell’albergo era una tristezza quindi ho digiunato ben sapendo che fuori mi sarei rifatta. Già guardare quello spettacolo riempiva gli occhi e faceva venire un languorino. Casette di legno dovunque, alcune con oggetti di artigianato e pelle, la maggior parte con prelibatezze gastronomiche. Il tutto gremito di gente allegra che mangiava e beveva all’aperto con queste pietanze e questi bicchieri di vin brulé fumanti... Perché il freddo è sempre costante. Trofimof e Forest già stanno sbavando sui Wurst (e non wurstel) di ogni tipo e dimensione ma io cerco ancora la mia colazione. Se ci ripenso ho ancora fame! Come antipasto una sorta di spumone al vov, poi non ho fatto a meno di provare uno spiedino di fragole ricoperto di cioccolato bianco. Ma la vera colazione è in una bancarella, l’unica del suo genere, che vende questa sorta di palle schiacciate di pane farcite con marmellata e cotte al vapore. Il tutto annaffiato dal solito vin brulé, che con quel freddo nemmeno lo senti. Poi una cosa che devo ancora capire della germania è il Pfand, la cauzione per i bicchieri e le stoviglie. Se tu gli riporti il bicchiere o il piatto te la danno indietro. Il fatto è che sembra che ci perdano! Ho pagato sui 6 euro per quella colazione e come Pfand, tra piatto e bicchiere, me ne sono tornati 4! Un altro motivo in più per essere giulivi!

Anche perché il freddo avanza e non solo io, che ho la solita tenuta da pinguina, ma anche i ragazzuoli iniziano a tremare. Infatti non resisto al richiamo di un paio di guanti nuovi con la lana dentro e convinco anche Trofimof a prenderli, il quale si è già premunito di un profilattico di lana per la testa. Forest invece, stoico ed eroico, si accontenta dei calzettoni di alpaca... Cerchiamo un posto al chiuso per scaldarci... impresa! Ci sono solo ristoranti che ti accettano per il pasto. Ci rifugiamo in questa specie di camper-bancarella-ristorante dove ci scofaniamo delle cioccolate e poi di nuovo fuori. Il nostro sguardo viene subito colpito da una bancarella che vende panini col pesce! Mitico! Immancabili le aringhe e l’anguilla. Però lascio il cuore sui gamberetti di fiume…

A quel punto ci vogliono dei wurst, però, così faticosamente attesi! In realtà Trofimof e Forest se ne sono già fatto uno mentre io facevo colazione, mentre per me questo è il primo.

In tutta questa orgia mangereccia riusciamo a comprare anche molti dei regali di Natale e a farci un giro del centro storico. Dopo un po’ il vialone di cui sopra è tagliato da una stradina più piccola e caratteristica, che porta al vecchio municipio e al duomo. Proprio nella piazza del municipio sono presenti gli edifici più antichi e caratteristici e ci sono anche le bancarelle più ghiotte e interessanti!

Ma i maschietti avevano adocchiato già dalla mattina “il caxxone”, un wurst larghissimo dalla forma ben intuibile che solo una bancarella vendeva. E caxxone sia! Io ho evitato, sgagnando ogni tanto dalla loro pietanze, e ho fatto bene, perché era tanto buono quanto pesante. Ci hanno messo mezz’ora a mangiarlo, il tutto innaffiato da idromele, e la fase digestiva li ha colpiti subito.

Ma la giornata è ancora lunga. Approfittando dei supermercati aperti facciamo spesa di wurst, camembert e marmellate. Io riesco anche a trovare le mitiche sigarette alla vaniglia! Pieni di sacchetti siamo tornati belli pieni e soddisfatti in hotel per la siesta pre-cena.

Ci addormentiamo anche questa volta, io e Trofimof, e la sveglia è un altro colpo di grazia. La cena ci reclama! Andiamo a Sachsenhausen, zona di locali e ristoranti dall’altra parte del fiume. Non ci ero mai stata, è molto caratteristica con le casette in stile medioevale e le stradine acciottolate. Non sembra però molto frequentata, forse è ancora presto... ma che freddo! Seguiamo un gruppo di autoctoni fino ad un ristorante che sembra lussuosissimo, col giardino e il pergolato privati, ma che in realtà costa come tutti gli altri. E’ tutti diviso in salette e noi ci accomodiamo in una dove ci sono due gruppi che hanno già finito di cenare e continuano a ridere e far casino bevendo da delle brocche di terracotta abbastanza sinistre. Una cena ottima a base di fegato e patate arrosto, con i maschietti che ancora sentono il caxxone lamentarsi nello stomaco. C’è anche la prova del formaggio con la musica! Il formaggio con la musica è un formaggio fatto a mano che provai quando vissi in quei luoghi. E’ il formaggio più puzzolente del mondo, che nemmeno a sgrassarti le mani col detersivo dei piatti va via l’odore. La musica è un trito di cipolla e aceto col quale lo fanno marinare. Si chiama musica perché una volta che viene assimilato dall’organismo fa tirare delle renze assurde… Io, che mi ricordavo le sue peculiarità, e che voglio mantenere un contegno femminile, lo prendo senza musica... Trofimof con... Delizioso.

Come dolce provo addirittura uno dei semifreddi più buoni del mondo, quello ai Lebkuchen, e chi li conosce può darmi ragione! Ma manca qualcosa. Stimolati dal chiasso altrui ordiniamo anche noi la fatidica brocca... che si rivela un vinello di mele abbastanza triste con aggiunta di assenzio e altre cose meno intuibili. Ma ormai la brocca è lì, e ci guarda. Per non sfigurare ci sforziamo di finirla e vi assicuro che dopo il risultato è assicurato: non riusciamo ad alzarci dal tavolo!!

Usciti dal ristorante la zona si è animata ma è il momento di portare le panze in hotel. Siamo uno spettacolo, noi tre corvacci imbacuccati e panzoni a cantare stonatamente le canzoni dei Rammstein lungo il ponte...

In televisione passano altre interviste dei Rammstein con anche degli spezzoni di videoclip vecchi e nuovi. Dopo un assaggino la palpebra cala per tutti e anche questa giornata è finita... ma non la musica...

Anche l’alba del 12 dicembre arriva, ultimo nostro giorno di vacanza. Ma c’è ancora tanto tempo per divertirsi, i nostri aerei partono la sera. Attendo mezz’ora che la sala colazioni si liberi per permettere ai ragazzuoli di bersi un caffé e poi torniamo a immergerci nei mercatini. Mi faccio il mio secondo spiedino di frutta, stavolta ricoperto da cioccolato fondente e anche Forest cede alla tentazione... della banana ricoperta!!

Torniamo nella piazza del municipio, a visitare le bancarelle mancanti, e poi ci dedichiamo ad una visita più turistica, il lungofiume e la zona dei grattacieli. Sosta in un bancomat, dove un tipo dal tedesco improbabile ci minaccia per come siamo vestiti. Non lo degnamo di uno sguardo. Il pranzo questa volta è da Maredo, una catena di ristoranti argentini che esiste solo in Germania e Austria troppo buona. Forest deve provare assolutamente quelle bisteccone! Le prova, e il suo giudizio è pienamente positivo!

Ma è ora di tornare. Accompagnamo Forest all’autobus, stavolta quello diretto, che lo porterà all’aereoporto. Saluti strappalacrime, ma non troppo, perché ci rivedremo a Natale per fare una rievocazione storica in umbria... ma anche questa è un’altra storia!

Noi non andiamo con lui, perché il nostro aereo parte 3 ore e mezza dopo, decisamente troppo tardi per attendere in aeroporto. Io e Trofimof zompiamo sul treno diretti nuovamente a Magonza. Io la conosco e lui vuole visitarla. La città è molto più pittoresca di Francoforte, con l’immensa cattedrale romanica che svetta sulla piazza principale. Piazza principale gremita anch’essa di mercatini, talmente gremita che è impossibile camminarci. Proprio quando siamo in mezzo al marasma più marasma di gente inizia un coretto di natale di bambini biancovestiti che cantano “We are the world...”. Ci allontaniamo rapidamente, concludiamo il giro e anche per noi è ora di tornare in aeroporto. A casa, al nostro gatto sempre più grasso e al nostro cesso rotto.