Intervista di Metal Hammer
Traduzione di Jadax

Anche se hanno realizzato solo due album, hanno conquistato tanta popolarità da essere definite una delle band più amate in Germania.  Il loro album di debutto “Herzeleid” ha avuto il suo revival questa primavera, e un hanno dopo la sua realizzazione era rimasto a lungo nelle hit list dei “best selling albums”.  Era stata una sorpresa anche per la stessa band. Dopo un così grande successo con il primo cd, il terreno per il secondo era già ampiamente preparato. Il cd di “Sehnsucht” è stato realizzato nel miglior momento possibile, e tutti coloro che avevano già sentito parlare di questa band, lo hanno afferrato avidamente, come fosse l’alcool della vodka dopo un lungo periodo senza bere. E la più famosa band dell’ex DDR non ha deluso le nostre aspettative, registrando un Cd forse più morbido, ma incredibilmente intrigante. Qualche settimana prima della visita dei Rammstein in Polonia (la band deve suonare all’ Odjazdy 97 festival), il cantante di una delle più interessanti scoperte dello scorso anno – Till Lindemann concede una speciale intervista a Metal Hammer. 

Come va Till? Sento nella tua voce una nota di stanchezza. O forse è solo un’impressione?

No. Senza dubbio sono un po’ stanco e stressato.

Come mai? Cosa è successo?

Il tour! È solo il tour.

Hai avuto dei problemi?

Puoi dirlo. Ma non riguardano la band, bensì la produzione. Poiché è così imponente tutto viene fatto di fretta e tu devi correre ogni giorno per fare in modo che sia fatto tutto prima dello show. Tutto deve essere pronto in tempo.

Quando durerà il tour?

Finirà precisamente il 25 ottobre, quindi ancora più di quattro settimane. Si potrebbe pensare che questi problemi saltino fuori perché siamo in tour solo da pochi giorni, ma non credo che sia veramente questo il problema. Ogni giorno suoniamo in un posto diverso, per cui ci sono anche differenti condizioni, ed ogni volta bisogna controllare tutto, anche perché abbiamo molti effetti pirotecnici. Quindi dobbiamo discuterne con tutti i possibili servizi di sicurezza, i vigili del fuoco in primis. È veramente qualcosa di stressante.

Posso immaginare. Quindi passiamo a cose più piacevoli. Complimenti per “Sehnsucht”. Nella mia opinione questo album è anche meglio di “Herzeleid”, che era comunque un buonissimo lavoro…

Ne sono molto felice.

Potete già dire che i Rammstein sono delle star?

Sai, non ci piacciono molto questi termini, e sicuramente non ci sentiamo delle star, ma in Germania la gente ha cercato di farci diventare delle star. C’è una grande pressione per quanto riguarda la musica e tutto ciò viene fatto per far diventare i Rammstein ancora più famosi.  Quindi in qualche modo – senza consultarci, hanno fatto dei Rammstein delle star.

Tutto è successo  molto velocemente e non avete avuto certo un inizio facile. Com’è stato che avete iniziato a suonare questo tipo di musica?

Ci conoscevamo molto prima di fondare i Rammstein. Eravamo amici a quel tempo – e lo siamo ancora – ci conosciamo da più di dieci anni e tutti suoniamo da allora. Ma abbiamo suonato anche in gruppi diversi. Per esempio io ero in un gruppo punk, in cui c’erano solo la batteria e un basso distorto. A volte usavamo dei chitarristi ospiti, e tra loro c’erano spesso Richard e Paul, che oggi suonano nei Rammstein. Una volta abbiamo iniziato a cantare insieme al basso, ed è nata l’idea di fondare un nuovo progetto assieme a Richard. Volevamo che fosse dark, cupo, con tonalità di voci basse, qualcosa come i Sisters of Mercy. Quindi abbiamo dato avvio ad un progetto parallelo, ma l’abbiamo fatto così bene che alla fine si è deciso di lasciare le proprie band “principali” e concentrarsi interamente sul nostro nuovo “figlio”. Ci siamo concentrati sul nostro side project perché ci siamo accorti che lì potevamo esprimere appieno noi stessi, che quella era l’unica musica che volevamo davvero suonare. Ci soddisfaceva, ci rendeva felici, era qualcosa di completamente nuovo, era la nostra musica. Ogni cosa andava al suo posto e la costellazione era perfetta in ogni suo aspetto.

E quando è apparso il nome della band “Rammstein”?

È stata la nostra prima canzone, il suo titolo. Prima avevamo avuto molti altri nomi in inglese, come Stamping Prayer e altri. Ma non riuscivamo ancora a deciderci per nessuno di quelli, e Rammstein calzava a pennello. Era una canzone sulle vittime di un incidente aereo, e il nome Rammstein ci stava bene, puoi sentirci un che di monumentale e solido. Si adattava perfettamente al carattere della nostra musica, quindi invece di cercare un altro nome abbiamo deciso di lasciare questo.

Chi di voi era più in diretto contatto con la musica elettronica? Chi ha introdotto nei Rammstein queste influenze?

In pratica il nostro tastierista è stato il primo a farlo, ma poi tutti noi ci siamo interessati a questo tipo di musica: Richard e Paul, e anche il nostro batterista Schneider. Hanno imparato abbastanza in fretta tutti i segreti di questa musica e l’equipaggiamento che serve per suonarla. È poi ovvio che vivendo nell’Est non avevamo alcun contatto con cose simili, per cui non le conoscevamo affatto. Per cui abbiamo dovuto investire del denaro in noi stessi e nell’equipaggiamento. In questo modo ci siamo procurati loops, breakbeats, e altri gingilli come questi.

In una parola, la vostra vera carriera è iniziata dopo l’unificazione delle due Germanie?

Sì. Suonavamo anche prima come ho detto, ma tutto quello aveva una atmosfera diversa. Eravamo più underground.

Sicuramente ci sono stati problemi nel reperire album di artisti occidentali, nuove uscite e nuove tendenze. Comunque vivendo a Berlino Est avete probabilmente avuto più possibilità che se foste stati in Polonia. Voglio dire, in fin dei conti l’Occidente era proprio dietro il muro.

Certamente. Avevamo una visione differente della musica, idee differenti, e abbiamo usato i nostri nuovi equipaggiamenti in maniera diversa dai nostri colleghi occidentali. Questo senza dubbio ha dato un carattere diverso alla musica dei Rammstein, e non credo sia stata un’influenza negativa.

Nella vostra carriera siete stati fortunati, oppure è soltanto frutto del vostro talento?

Ah ah, non credo di poter rispondere a questa domanda, mi imbarazza un po’. Ma penso che si debba sempre avere un po’ di fortuna negli affari. Dopo il successo di “Herzeleid” siamo diventati più sicuri di noi stessi, sapevamo di stare creando della musica molto diversa dagli altri gruppi tedeschi, che stavamo facendo qualcosa a cui la gente non era abituata, e che nessuno aveva ascoltato una musica del genere prima. E grazie alla risposta del pubblico ai nostri concerti, grazie ai calorosi commenti della stampa e l’atteggiamento positivo dei giornalisti, abbiamo potuto credere in noi stessi anche nei momenti in cui eravamo ancora “piccoli e sconosciuti”. Sicuramente non ci aspettavamo una risposta tanto positiva alla nostra musica, e nemmeno immaginavamo che tutto sarebbe diventato così grandioso. E credo che per raggiungere una cosa del genere bisogna sempre avere un po’ di fortuna.

Come descriveresti la musica suonata dai Rammstein? Non è il classico industrial.

No, chiamiamo questa musica “Tanzmetal”, dance metal. Ma tendiamo ad usare il termine tedesco.

Quindi pensi sia possibile paragonarvi ad esempio ai Die Krupps?

Sì e no. Se si guarda al modo di registrare i pezzi e l’atteggiamento riguardo la musica, usando più o meno lo stesso equipaggiamento, sono abbastanza simili. Ma se si guarda ai piccoli dettagli, piccole cose nella musica dei Rammstein differiscono molto dai Die Krupps. Penso che di similitudini di questo tipo se ne trovino poche.

Esattamente. Già il vostro primo album “Herzeleid” era stato largamente apprezzato, ma la cosa più interessante riguardo questo cd è un’altra. Quasi un anno dopo la sua realizzazione, dal niente è salito sulle charts ed è diventato uno degli album best seller in Germania. È stato incredibile, voglio dire, dopotutto non era stato un gran successo, come invece lo è stato dopo che sono passati svariati mesi. Situazioni come queste accadono molto raramente nella musica, e nel caso di band che non fanno pop, quasi mai. Non ricordo che sia successo nulla del genere prima. È stato fantastico!

Sì, è stato un evento unico.

Ma qual è stato secondo te il motivo di un così grande interesse nel vostro album di debutto dopo un così lungo tempo?

Come hai detto era un album di debutto, non eravamo nessuna band famosa e nessuno poteva conoscere la nostra musica. Poi abbiamo fatto molti concerti e molte persone hanno scoperto la nostra musica molto dopo la realizzazione di “Herzeleid”, proprio perché prima non avevano avuto la possibilità di inciamparci sopra.  A causa di ciò l’interesse nel gruppo, e di conseguenza nel nostro album, è aumentato. I concerti erano davvero buoni, eravamo veramente in gran forma e lo show era un po’ diverso dal normale. Per questo il numero di cd venduti è iniziato ad aumentare molto velocemente. Non eravamo inclusi nei palinsesti delle tv e stazioni radio popolari, ma grazie al “tam-tam” passato da una bocca all’altra, sempre più persone si sono interessate a noi. Parlavano di noi e passavano ai loro amici l’informazione che c’era un buon gruppo chiamato Rammstein che bisognava tener d’occhio. E alla fine ogni cosa ha iniziato a girare nella giusta direzione.

Quindi la miglior pubblicità per i Rammstein sono i concerti?

Esattamente.

E quindi penso si possa parlare di fortuna che il vostro album non sia uscito prima, come era stato deciso all’inizio. In questo caso il secondo successo di “Herzeleid” forse non si sarebbe realizzato…

Sì! Forse sarebbe andata così.

In altre parole il successo del singolo Engel così come del nuovo album si sarebbe potuto prevedere. Vi aspettavate che dopo delle così buone vendite di “Herzeleid” la gente sarebbe stata così interessata anche al vostro secondo album? Il momento in cui è uscito è stato il migliore possibile.

È andata semplicemente così. Non sapevamo che sarebbe accaduta una cosa simile. Ma la nostra etichetta aveva il controllo sopra ogni cosa e si è preoccupata di ciò, scegliendo la data giusta sia per l’uscita del singolo che dell’album. Hanno agito professionalmente e fatto tutto al momento giusto. Se dovevamo decidere da noi, sicuramente non sarebbe andata così bene. Non eravamo sicuri che Engel sarebbe diventato una hit. Abbiamo dato carta bianca all’etichetta, e loro hanno scelto Engel e colpito nel segno. Insomma, potevamo scegliere qualsiasi altra canzone. Ma loro hanno esperienza al riguardo, e ci fidavamo completamente di loro.

Quale pensi che sia il segreto del fenomeno Rammstein?

Penso che sia semplicemente il fatto che siamo qualcosa di completamente nuovo. Nessuno suonava in questo modo prima e non troverai nessun altro cd con musica simile.

Ma per quanto potrete rimanere nuovi ed originali?

Non ne ho la più pallida idea, ah ah. Se si cerca di farlo consciamente, si rischia di fallire. Il nostro approccio è diverso, non vogliamo per forza fare qualcosa di nuovo ed originale. Non era nei nostri piani. Abbiamo solo registrato ciò che volevamo, e abbiamo continuato il concept con cui avevamo iniziato. Non si può lasciarsi manipolare o per esempio fare tutto nel modo in cui lo vuole il produttore. Può avere delle buone intenzioni, ma se sotto la sua influenza fai qualcosa di cui non sei sicuro, è possibilissimo che alla fine sarà un fallimento.

Avreste mai immaginato che dopo soli due album i Rammstein sarebbero diventati una delle band più famose in Germania?

Mai.

Non pensi che le cose siano andare un po’ troppo veloci per voi?

No, “troppo veloci” non sono le parole adatte al nostro caso. Ci siamo accorti di ciò che stava succedendo e siamo stati capaci di seguirlo. Non siamo spaventati dalla situazione. E comunque non è accaduto in un giorno, improvvisamente. Abbiamo fatto un passo dopo l’altro, e l’ascensore è salito lentamente da un piano ad uno più alto.  È stato senza dubbio un po’ stancante,e ha richiesto molto lavoro e molti sforzi, ma abbiamo fatto in modo di sostenere tutto ciò molto bene.

Secondo te, le persone possono cambiare dopo aver raggiunto il successo?

Certo, possono cambiare completamente. Bisogna essere molto prudenti. Ma penso sia impossibile per noi, perché come ho detto prima, non è successo in un giorno solo. Cioè, sicuramente siamo cambiati un poco a causa della situazione, ma è normale. Ora siamo in contatto con gente differente, in ambienti differenti e le persone ci trattano diversamente ad esempio rispetto a due o tre anni fa. La cosa più importante però è che siamo molto attenti a non perdere il contatto con il terreno su cui stiamo, e a riuscire a rimanere delle persone normali.

Il successo e la fama possono cambiare, ma penso che il denaro sia il fattore determinante…

Nel nostro caso, non si può assolutamente parlare di questo. Non so cosa si dica, scriva o pensi di noi, alcune persone potrebbero pensare che abbiamo già guadagnato molti soldi, ma non è vero. Posso assicurarti con la mano sul cuore che non abbiamo guadagnato molto denaro. È troppo presto per questo, e penso che debba ancora passare del tempo prima che si possa guadagnare seriamente molto denaro in questo lavoro. I contratti con le etichette discografiche sono fatti così, che non ti arrivano soldi subito. Credo che tutti sappiano che ogni band è un investimento per l’etichetta. Devono investire molto denaro in te per poi ottenerne un ritorno più avanti. Ovviamente non sempre va bene, così come non tutti i gruppi sono in grado di guadagnare abbastanza denaro da restituire all’etichetta quello che è stato investito. È irreale, e sarebbe troppo bello. L’etichetta ha investito un bel po’ di soldi anche su di noi, tutto ciò che riguarda la registrazione e la produzione di un disco è molto costoso, e nel nostro caso lo sono anche i concerti. Ma noi non guardiamo al denaro che guadagneremo mentre facciamo il nostro lavoro, e a dispetto delle spese cerchiamo sempre di fare le cose nel modo migliore che possiamo.  È ovvio che se si vuol registrare un buon album, bisogna che venga speso un po’ di denaro, ma l’etichetta discografica si occupa di questo. Noi non dobbiamo preoccuparci di questo. Per esempio, “Sehnsucht” è stato registrato a Malta, e anche “Herzeleid” è stato creato all’estero, a Stoccolma. Perché lì? Abbiamo pensato che quelli fossero i posti migliori per registrare i nostri album, nel modo che ci andava di più a genio, in modo che alla fine i lavori ci soddisfacessero.

Per cui possiamo dire che i Rammstein sono una band di perfezionisti?

Sì, certamente.

Che tipo di musica ascoltate privatamente? È in qualche modo collegata ai gusti degli altri membri del gruppo?

I nostri gusti musicali sono molto vari. Spaziano dal metal, al crossover, fino a atmosfere completamente diverse. Ieri ad esempio abbiamo ascoltato l’ultimo lavoro dei Clawfinger, ed è piaciuto a tutti. Cerchiamo anche di tenerci aggiornati sulle nuove tendenze della scena metal\industrial. Ma in realtà non sono un fan di questo tipo di musica. Preferisco EBM, gothic, questo genere di cose. Però ascolto la techno e molta musica classica. Non mi piace per niente il metal, e l’industrial, bè, è meglio…ah ah

Questo vuol dire che non sei mai stato un fan del metal? Neanche da ragazzino?

Mai. Il vecchio metal non fa proprio per me.

Sono un po’ sorpreso, ma ero preparato ad una risposta del genere dopo che ho letto Track Attack su Metal Hammer tedesco, nel quale ti venivano fatte sentire canzoni di vari gruppi metal. Non ti piacciono gli Hammerfall, e non hai detto nulla di positivo nemmeno sui nuovi Kreator. Pensavo che forse One Second dei Paradise Lost poteva avvicinarsi di più ai tuoi gusti, ma non è stato così.

Sì lo so. Sembra strano.

Esatto. Avevo l’impressione che quel tipo di musica ti potesse piacere, e invece è stato il contrario.

Bè, questa musica non mi ha mai impressionato, per cui l’ho rifiutata in blocco. Per me una canzone deve avere in sé qualcosa di speciale, deve suscitare il mio interesse dalla prima nota. Se ciò non succede, è impossibile forzarmi ad ascoltarla. Per cui non potrei mai essere un esperto musicale, perché non sono davvero capace di recensire album e dire la mia opinione in proposito.

Quale pensi sarà la direzione che prenderà la “hard music”? Diventerà più elettronica, più “da studio” secondo te?

Penso che le strutture di base rimarranno più o meno le stesse, ma posso anche immaginare che ci saranno più elementi melodici, e più influenze. Certamente le chitarre manterranno la loro posizione centrale, ma già oggi possiamo notare che alcuni gruppi si incamminano nella direzione dei Depeche Mode e cose simili. Le voci dovrebbero essere profonde, e la musica dark e cupa. Spero solo che non tutti i gruppi useranno queste idee, altrimenti la musica diventerebbe molto noiosa.

Ho sentito parlare molto bene dei vostri concerti. Il vostro tour attuale differisce molto dal precedente? È cambiato qualcosa?

Direi che non è cambiato molto. I nostri concerti hanno sicuramente la stessa atmosfera, ma ora sono più professionali ed interessanti da vedere. Contengono molti più effetti pirotecnici. Ci sono due specialisti che si occupano di questo, prima lo facevamo da soli e ogni tanto non riusciva ciò che volevamo ottenere. Ora gi effetti sono più interessanti. Ce ne sono di più e sono più grandi, e questo anche perché le sale dove suoniamo sono anch’esse più grandi. Ma ci sono sempre le stesse cose, solo che la qualità è migliore.

Dove e con chi avete già avuto occasione di suonare? Avete avuto alcuni show particolarmente spettacolari?

Per esempio abbiamo suonato coi Ramones, Clawfinger, Project Pitchwork. Conosci quest’ultima band?

Sfortunatamente solo di nome.

È la più grande band tedesca che suona EBM. Comunque, durante l’estate abbiamo suonato anche in vari festival con gruppi quali Marilyn Manson, Metallica, Skunk Anansie, Jamiroquai, Megadeth e altri ancora. Parecchi insomma.

Qual è la tua opinione su Marilyn Manson? Hai avuto un contatto diretto con lui?

Sinceramente devo dire che sono affascinato da lui, e mi ha veramente impressionato. Per quanto riguarda la musica, credo che solo 3 pezzi siano davvero buoni, il resto per me non è nulla di speciale. Non sono capolavori, ma l’intero album è ben prodotto. Sono incantato dallo show che fa sul palco. È qualcosa di veramente magnifico, dovrebbe essere ammirato per questo. E trovo anche qualche somiglianza con i nostri concerti.

Pensi che i Rammstein possano essere tanto famosi in Europa quanto lo sono in Germania?

Non lo so. Sicuramente non sarà facile a causa della barriera linguistica. Dobbiamo provare. Penso che in alcuni paesi siamo già diventati molto popolari. Penso che comunque il punto sia di non prostituirsi a cantare la nostra musica in inglese.

Avete mai pensato di cantare in inglese?

No, ma forse si creeranno delle situazioni in cui saremo costretti a farlo. Questi sono i requisiti per entrare nel mercato americano ed è possibile che registreremo qualche canzone in inglese.

Nella mia opinione, non è una grande idea, perché la vostra musica potrebbe perdere molto. Non avete pura di questo? Il tedesco calza a pennello a questo modo di suonare ed è difficile immaginare un’altra lingua in queste canzoni…

È vero, ma se vogliamo ottenere qualcosa negli Stati Uniti dobbiamo essere capiti là. Sfortunatamente queste sono le leggi del loro mercato, anche se è molto difficile per noi essere d’accordo. Al momento stiamo pensando a qualcosa di diverso per non abbandonare il tedesco. Forse potremmo solo realizzare il cd con le traduzioni e durante i concerti potremmo avere i testi tradotti in qualche modo su uno schermo. Sarebbe come vedere un film non doppiato. Non sappiamo ancora come risolvere il problema. Ma per adesso cercheremo di lasciare i testi come sono, in tedesco. E questo poiché, come hai detto tu, la nostra musica può perdere parecchio con un cambiamento simile. È un grosso rischio.

Quali sono le differenze musicali tra “Herzeleid” e “Sehnsucht”? il nuovo album è molto differente dal cd di debutto?

Penso che il nuovo album sia più cantato, mentre in “Herzeleid” avevamo molte “declamazioni”, molto parlato. Il nuovo album è anche più melodico. E ha più parti vivaci, le canzoni sono prodotte meglio, e questo grazie al progresso che abbiamo fatto come band. Ogni canzone ha la sua struttura, contiene strofe e ritornelli,e tutti i tipici elementi di composizione. Ci sono delle belle melodie, e bellissime parti di tastiere. Alcuni ci hanno accusato di aver registrato un album che non è così heavy come il precedente. Io lo direi in una maniera diversa. È sempre la stessa zuppa, ma contiene un po’ meno pepe, che però non ne rovina il gusto.

“Bestrafe Mich”, “Kuess Mich” e “Spiel mit Mir” sono testi che parlano d’amore? È questa per i Rammstein l’idea di canzone d’amore?

Bisogna guardare oltre il sipario per capire di che cosa parlano. Questi testi sono abbastanza spinti, ma noi mostriamo questa parte oscura dell’amore, perché esiste anch’essa, e noi cerchiamo di parlarne apertamente.

Anche “Sehsucht” e “Eifresucht” sono parole che possono essere associate alle donne. Per cui sembra che ci siano parecchie canzoni simili. “Sehnsucht” è forse un concept album?

Potrebbe apparire tale, ma credo di no. Io scrivo i testi sulla musica. Porto i nastri a casa, li ascolto e cerco di pensare alle parole che ci starebbero bene. E il fatto che mi vengano in mente certi argomenti? Bè, senza dubbio potrebbe far pensare a una idea comune, ma non è nulla di tutto questo.

Ci sono alcuni momenti in quest’album, per esempio in “Du Hast” in cui ci si può sentire una nota techno, ma fortunatamente “Sehnsucht” non è un album techno…

No…

E ciò è molto buono, perché molti gruppi stanno veramente esagerando con queste influenze.

La cosa più importante è mantenere un equilibrio. Non si possono avere troppi elementi techno, ma allo stesso tempo non si possono avere troppe influenze metal. La cosa più importante è trovare le giuste proporzioni, il giusto mezzo. Penso che noi siamo riusciti a farcela, perché non potete metterci veramente su uno scaffale particolare. Mantenere questo equilibrio è veramente molto difficile, perché anche qualcosa di infinitamente piccolo può decidere per l’uno o l’altra parte.

In Engel, c’è una voce femminile. Chi canta?

È la nostra amica Bobo. All’inizio volevo fare io stesso quella parte, ma poi ho pensato che era meglio quando la cantava lei. La prima parte è il diavolo – io che canto, e la seconda è di un angelo – e niente ci stava meglio che una delicata voce femminile.

Non hai pensato di usarne di più (di voci femminili – NdT) sul vostro album?

Sicuramente ce ne saranno ancora nel nostro terzo cd. Vedremo se funzionano. Non in tutte le canzoni c’è bisogno di una voce femminile. Ma la prossima volta sicuramente ci lavoreremo sopra.

La cover art di “Sehnsucht” è anch’essa più interessante che quella di “Herzeleid”. Di chi è stata l’idea?

È l’idea di un pittore e fotografo australiano - Gottfried Heinwein. Ha lavorato con star quali Michael Jackson, Arnold Schwarzenegger e perfino i Rolling Stones, ed è un tipo molto famoso. L’abbiamo conosciuto tramite un nostro amico, che è un regista cinematografico a Berlino ed è un amico di questo pittore. Ci ha presentato a Gottfried. Siamo  molto soddisfatti degli effetti del suo lavoro.

Nel booklet ci sono le foto di tutti i membri del gruppo, ma sulla copertina mi pare ci sia la tua faccia, anche se i tuoi capelli sono più scuri…

Non sono io. È Richard. Ma comunque non avrei alcun problema a tingermi i capelli.

Immagino che nel tour attuale voi siate gli headliners.

Sì, presto ci raggiungeranno i KFDM. Ci faranno da spalla in Europa e noi faremo da spalla a loro negli Usa. Uno scambio di favori. Mi chiedo come sarà in America. Quello è senza dubbio un mercato molto particolare e difficile. Ma proveremo.

Quali sono le risposte ai vostri concerti in paesi che non parlano tedesco?

Non abbiamo ancora fatto molti concerti simili, per cui è difficile a dirsi. Siamo stati a festival in Olanda, Svezia, Francia, Belgio ed è stato sempre magnifico, ma quelli erano festival, quindi un tipo completamente differente di performance. Non è la stessa cosa che con il nostro tour.

Pensi che i Rammstein siano già una stella già “arrivata” o forse anche se siete già così popolari è ancora solo l’inizio della vostra strada?

È solo l’inizio. Abbiamo fatto il primo passo avanti, ma per adesso solo in Germania. Anche in Europa sembra che stia andando tutto bene, per cui penso che per i Rammstein sarà tutto ok.

E non c’è nulla che faccia pensare diversamente. Grazie per il tuo tempo Till e per la piacevole conversazione. Ti auguro di fare un buon tour e spero ci rivedremo in Polonia.

Grazie mille. Il nostro tour manager è appena arrivato, per cui penso sia tempo di iniziare a lavorare e prepararmi per il concerto di stasera.

Buona fortuna!