PENSIERI VIETATI (I sogni son desideri......)
di Susanna Ricci

(Il racconto e' gia' apparso su Star Trek Italian Magazine)


Dukat era a tavola e stava gustandosi la cena, una candela accesa sul tavolo, Neris seduta di fronte a lui.
Aveva grandi occhi scuri Neris, ed in quel momento una espressione pensosa, la forchetta a metà tra il piatto e la bocca, bocca piccola e sensuale come un fiore, lo sguardo perduto a fissare qualcosa che non era lì.
Dukat sapeva di Bareil ovviamente, di quanto a fondo il Vedek si fosse insinuato nel cuore di Neris.
Lo sguardo di lei era focalizzato sul passato e lasciava trasparire tenerezza e rimpianto.
Aveva fatto un errore a lasciare che la conversazione prendesse la piega dei ricordi, ma quando si era accorto verso quale direzione si stavano muovendo, era ormai troppo tardi per cambiare argomento.
Dukat non voleva che Neris pensasse ad un altro uomo.
Non quella sera.
Quella era una serata speciale, magica, una serata in cui si sentiva invincibile. Sapeva che sarebbe riuscito a conquistarla, sapeva che prima che la cena fosse finita, sarebbe accaduto qualcosa tra loro.
E già pregustava quel momento.
Poteva sentire la morbidezza della pelle di Neris sotto le sue mani; era inebriato dal suo lieve profumo, di fiori e di spezie, che solleticava contemporaneamente il suo olfatto ed il suo palato.
Per tutta la cena aveva conversato con lei, non smettendo nemmeno per un momento di pensare alla curva delicata del suo collo, al lieve pulsare del sangue che poteva intuire dietro al rossore diffuso sulle sue guance.
Si era messa un vestito molto elegante Neris: una tunica leggera, che le arrivava sino alle caviglie e le lasciava scoperte braccia e collo; un intreccio di veli di diversa consistenza e sfumature del rosso che davano l'impressione che fosse avvolta dal fuoco. Il fuoco che portava dentro di sé e nel quale Dukat desiderava ardere da tanto, troppo tempo.
Dukat si sforzò di tornare al presente, Neris si era riscossa dai suoi pensieri e gli aveva fatto una domanda.
"Come prego?" le chiese.
"Mi stavo solo domandando...." lasciò la frase in sospeso, come colpita da qualcosa, corrucciò la fronte e poi continuò. "come mai per tutta la serata ho avuto la sensazione di essere una mosca intrappolata in una ragnatela."
Sorrise di un sorriso divertito e un po' timido.
Dukat la stava divorando con gli occhi e in effetti non si sentiva tanto diverso dal ragno a cui lei aveva fatto riferimento.
"Più che una mosca, io direi una splendida farfalla." Le rispose sorridendole a sua volta. "Cionondimeno una preda caduta in trappola".
Neris alzò il calice in cui Dukat aveva versato del Nettare Noybediano, in un brindisi che era quasi una sfida: sapeva che la cosa che più attirava Dukat era una preda che non si arrendeva, sapeva che la lotta era il suo modo di abbeverarsi alla vita.
Dukat alzò il calice a sua volta, in quello che indovinava essere l'inizio dell'incontro, il saluto di due abili spadaccini pronti ad intrecciare le spade. Solo che questa volta non si trattava di un combattimento all'ultimo sangue, ma di una gentile schermaglia, del balletto di due persone che stavano per diventare amanti.
Dukat era talmente sicuro di sé! e lo lasciava chiaramente trasparire dal suo sorriso, dal modo in cui la fissava... Neris si sentì trapassare da quello sguardo e si sentì più a nudo che mai: un brivido di eccitazione le corse giù per la schiena e non seppe se esserne contenta o spaventata.
Trovarsi lì, di fronte a quello che aveva sempre ritenuto il suo peggiore nemico e provare nei suoi confronti una selvaggia attrazione la faceva sentire contemporaneamente in colpa ed euforica. Sinceramente, se qualcuno glielo avesse domandato, non avrebbe saputo dire per quale motivo aveva accettato l'invito di Dukat, né sapeva se quello che voleva dalla serata era veder strisciare ai suoi piedi quel borioso Cardassiano per ferirlo nel suo orgoglio più profondo, oppure cedere incondizionatamente al potente richiamo che la stava trascinando verso di lui. Decise per il momento di lasciare a lui la prima mossa: forse dopotutto Dukat non stava mirando a quello che lei pensava stesse mirando.
Dukat da parte sua stava pensando solo a quanto bella fosse Neris, a quanto indomita, forte e pericolosa fosse quella donna, all'apparenza così minuta e fragile: sapeva per esperienza personale che era in grado di combattere come un ciclone, di menare le mani come e meglio di un uomo, eppure non poteva smettere di immaginarla adagiata su un letto di raso, in una luce soffusa, abbandonata tra le sue braccia. Poteva sentirne il tepore e la morbidezza, poteva immaginare quelle piccole mani che lo accarezzavano e lo portavano all'estasi. "Siamo stati nemici per troppo tempo" le disse.
"Non smetteremo mai di esserlo" gli rispose.
Avvicinarono il calice alle labbra contemporaneamente e bevvero un sorso a quello strano brindisi, pieno di minacce e di promesse.
"Allora, spero che tu abbia gradito la cena" Dukat cercò di allentare un po' la tensione "l'ho preparata personalmente."
"Non pensavo sapessi cucinare, né tantomeno che fossi così abile."
"Ci sono molte cose che non sai di me, e ci sono molte cose in cui sono molto più abile rispetto allo stare tra i fornelli."
"Ecco un lato di te che non avevo mai sospettato: hai del senso dell'umorismo."
"Che uso esclusivamente per mettere a loro agio le mie prede, prima di sferrare l'attacco finale."
"Cosa ti fa credere che io rimanga abbagliata dalle tue doti di incantatore e mi lasci catturare con tanta facilità?"
"So che non sarà facile e questo mi sprona ancora di più nel dare il meglio di me stesso."
"Non basterà una cena Dukat, per quanto abilmente cucinata."
"Sono pronto a darti prova delle altre mie innumerevoli capacità, non hai che da chiedere."
Sembrava che l'aria tra loro stesse crepitando, se ne poteva avvertire l'elettricità in maniera palpabile.
Gli occhi di Neris brillavano: di eccitazione, di paura, di desiderio, di mille e più sentimenti contrastanti che premevano per esplodere in un fuoco d'artificio.
Gli occhi di Dukat erano diventati ancora più scuri, profondi: sembrava un cacciatore che stesse cercando di catturare con la sola forza del suo sguardo una belva indomita; il pericolo lo aveva sempre eccitato e lui sapeva perfettamente che se solo avesse abbassato la guardia per un attimo sarebbe stata lei a vincere la sfida e ad ipnotizzare lui. Ma in fondo anche questa soluzione non gli dispiaceva.
Non aveva mai visto una donna più bella di Neris e in quel momento il desiderio di toccarla si fece tanto forte che non ebbe modo di resistere.
Le sorrise ancora, continuando a guardarla negli occhi e le appoggiò la mano sulla mano, lievemente, pronto a ritrarla, nel caso lei non avesse gradito la cosa.
Ma Neris non si mosse: lasciò che Dukat le sfiorasse le dita in una carezza delicata e non oppose alcuna resistenza quando lui, alzatosi, continuò ad accarezzarla: seguire la curva del braccio, soffermarsi sulla spalla.... Dukat era ora in piedi dietro di lei, entrambe le mani chiuse a coppa attorno al suo collo, leggere, a sfiorarle ed incendiarle la pelle.
Neris abbandonò la testa all'indietro, chiudendo gli occhi e rabbrividì quando lo sentì appoggiarle le labbra su una guancia.
Un bacio castissimo eppure trasudante lussuria.
'Non ci credo' pensò 'non sta succedendo veramente a me'
Dukat stava continuando a baciarla, leggermente, sul collo, sulle spalle, sulle orecchie, accarezzandola piano, giocando coi suoi capelli, sfiorandole le labbra con le dita, cauto e allo stesso tempo spietato.
'Non sta succedendo veramente, per i Profeti non so cosa fare'
Il cuore sembrava esploderle nel petto, il respiro le si fece più spesso, sentiva che stava cedendo, inesorabilmente, alle richieste del suo corpo: voleva Dukat, quanto Dukat voleva lei. Il suo io razionale era completamente sopraffatto, contava solamente il suo istinto, il suo desiderio.
Neris riaprì gli occhi e si alzò in piedi, venendosi a trovare faccia a faccia con Dukat. In realtà lui era molto alto e dovette alzare il volto per poterlo guardare, per potersi perdere in quello sguardo fatto di fuoco nero.
Era così vicino che ne poteva respirare il respiro, così vicino che ne poteva sentire la forza mentre la stringeva a sé.
Labbra che si schiudono, mani che accarezzano, corpi che si cercano....
I vestiti presto a terra, Dukat nudo é uno spettacolo di muscoli, Neris nuda é un bianco fiore di delicata bellezza.
La solleva con insospettabile delicatezza tra le braccia e la trasporta nella camera da letto: non c'é nessuna resistenza, non ci sono ripensamenti, tutto avviene perché è ciò che deve avvenire.
Neris, nonostante ne abbia uccisi tanti, non ha mai visto un Cardassiano nudo, accarezza incuriosita le creste che gli conferiscono l'aspetto da rettile e che corrono per tutto il suo corpo: lungo la schiena, a sottolinearne gli addominali, ad incoronargli il pene.
Dukat si lascia accarezzare e la sfiora appena perché è così morbida e setosa che ha quasi paura di farle male.
Lui è tanto duro, quanto lei è soffice: un connubio esplosivo che accende ancora di più la passione ed il desiderio.
La danza diventa più movimentata, le labbra si cercano affamate, i corpi si uniscono, umidi ed in perfetta sintonia, ed è come se le stelle si trasformassero in supernovae, il rombo del sangue nelle orecchie è assordante, i respiri sono di fuoco ed il piacere dilaga in onde sempre più intense, sempre più ampie.
Uniti, loro ne sono il centro e l'origine e ne sono travolti per quello che pare un tempo infinito.
Poi la marea si calma lentamente e rimane un piacevole sordo pulsare di sottofondo (i cuori che galoppano all'unisono e giocano a rincorrersi), la stanza riacquista il suo contorno di realtà. Dukat si abbandona tra le braccia di Neris e le loro labbra si cercano ancora per piccoli baci di tenerezza e appagamento.

Kira si svegliò, madida di sudore, una sensazione di calore intenso che le si diffondeva dal basso a raggiera nel resto del corpo.
Rimase per un attimo a galleggiare nel torpore, poi si tirò a sedere di scatto, gli occhi spalancati, mentre la consapevolezza del sogno che andava dissolvendosi la colpiva come un pugno nello stomaco.
Aveva sognato.
Aveva solo sognato.
Non era successo realmente.
E non sarebbe successo MAI!!!
Non con Dukat!!!
No.....
Rimase immobile, seduta sul letto ad aspettare che il tumulto cessasse....
A sperare che il tumulto cessasse.....