OMICIDIO
di Diego "Borry" Borriello
"Avanti!" gridò con ira crescente Dukat, era già la quarta volta che veniva disturbato mentre cercava di leggere la lettera di suo figlio.
"Cosa é successo di nuovo in questa dannata stazione?"
Trijam entrò sommessamente nell'appartamento di Dukat.
"Abbiamo una richiesta di sbarco. Avremmo bisogno della sua approvazione, Prefetto."
Dukat controllò i dati portatigli dal suo fedele segretario personale, Trijam, un insignificante e pignolo burocrate che proprio per queste doti svolgeva il suo compito in modo più che eccellente.
"Ah, già. L'Aragat, è la nostra nuova fornitrice di medicinali, no?"
Trijam non rispose alla domanda del suo superiore. Era sottinteso che fossa retorica, Dukat aveva il pieno controllo di tutto ciò che accadeva a Terok Nor..
Dukat esaminò l'equipaggio della piccola navetta mercantile: oltre al Gul della navetta, Medek, c'erano tre Cardassiani.
"Fateli attraccare ed ora lasciami in pace."
Kedar accolse Gul Medek ed il suo seguito ai portelli d'attracco.
"Troppo onore, troppo onore, siamo solo semplici mercanti."
Medek era un vecchio Cardassiano grassoccio e cordiale. Alle spalle spuntavano altri tre Cardassiani: due maschi e una femmina.
Kedar raffreddò subito il suo entusiasmo:
"Non abbiamo spesso ospiti qui, e mi piace che i nuovi arrivati sappiano che qui non ammetto alcun tipo di comportamento sconveniente. Ah, mi presento, sono Kedar mi occupo della sicurezza, per quanto riguarda il personale della base."
"E non ne avrete molti altri di ospiti se li accogliete tutti così" Felice di aver avuto l'ultima parola, Medek batté un'amichevole manata sulla spalla di Kedar e cominciò a presentargli l'equipaggio:
"Come immagino sappia io sono Medek, il Gul di questa nave, questa é Ijarem, la mia seconda in comando, Takur, capo unico della sala macchine e questo é Etam, si occupa della navigazione. A dire il vero queste nomine sono leggermente fittizie, facciamo un po' di tutto, ma che rimanga tra noi." Sottolineò la frase con un'allegra risata.
Kedar si congedò da solo: "Ho saputo più di quanto avrei mai voluto sapere. Per ogni questione potete trovarmi nel mio ufficio" e si allontanò dal portello d'attracco.
"Non mancheremo!"
Kedar si voltò di scatto. "Questioni importanti!"
Medek e il suo silenzioso seguito rimasero fermi ai portelli d'attracco mentre Kedar svoltava l'angolo e a quel punto Medek gli disse ad alta voce: "A presto!"
Kedar si irrigidì ma non volle continuare quell'infantile gioco di "Avere l'Ultima Parola".v
Quark stava servendo da bere a due guardie già sufficientemente ubriache quando l'equipaggio dell'Aragat entrò nel locale.
Etam il Cardassiano più alto si sedette al bancone e ordinò da mangiare. Takur si sedette ai tavoli da gioco e gli altri due presero del kadar.
Il Ferengi li servì e poi cominciò a conversare con i nuovi arrivati.
"Voi dovreste essere i mercanti appena arrivati, non è vero?"
Medek come era sua consuetudine partecipò volentieri alla conversazione:
"Qua le notizie si muovono in fretta, eh? Abbiamo fatto conoscenza del vostro addetto alla sicurezza, Kedar, persona schietta, non troppo cordiale ma immagino che sappia fare il suo lavoro."
Quark, imbarazzato cambiò discorso.
"E cosa trasportate di bello?"
Ijarem si intromise nella conversazione: " I Ferengi sono sempre Ferengi, anche su una stazione cardassiana, non è vero?"
Quark mostrò un ghigno che nelle sue intenzioni doveva essere un sorriso accattivante: "Faccio quello che posso. E a volte anche quello che non posso, se mi si permette la sottigliezza. A questo proposito vorrei offrirvi i servizi delle mie sale olografiche. Immagino che non abbiate molto tempo per "distrarvi" su un cargo così piccolo. Ho dei programmi anche per signora se siete interessata all'argomento..."
Ijarem fulminò il Ferengi con uno sguardo e lasciò il locale passando accanto alle guardie ubriache suscitando in queste commenti non proprio raffinati.
Medek abbassò lo sguardo e illuminò lo sbigottito Ferengi.
"Ha toccato un tasto dolente. Ultimamente tra il mio equipaggio c'è tensione: due maschi che lottano per la stessa donna portano guai."
"Capisco, i suoi sottoposti cercano di conquistare la sua bella assistente?"
"Già e lei ha deciso di lasciare tutti e due a bocca asciutta. Per fortuna io sono troppo anziano per farmi trasportare da queste intemperanze giovanili."
"Eh, le donne d'oggi. Pensi che non masticano più neanche il cibo ai mariti..."
Medek sorseggiò il suo kadar e lasciò cadere l'osservazione tipicamente ferengi nel vuoto.
Kedar venne svegliato dall'interfono della base: si richiedeva un suo immediato intervento nel magazzino 14.
Il Cardassiano si infilò velocemente l'uniforme d'ordinanza e raggiunse il magazzino. Si fece largo tra la fossa di curiosi e vide Etam, l'addetto alla navigazione dell'Aragat, che giaceva con un pugnale Bajoriano piantato all'altezza del collo. Il dottore della stazione stabilì che era morto sul colpo.
Kedar esaminò la scena del delitto: apparentemente Kedar era andato a controllare il carico ed era stato sorpreso da un Bajoriano che lo aveva attaccato alle spalle. Non c'era stata lotta.
Il coltello era un normale coltello bajoriano, ufficialmente non era permesso portarne ma alcuni Bajoriani ne avevano. Venivano usati per risolvere le loro piccole dispute ed in una sola occasione uno era stato usato per minacciare una guardia. La tremenda rappresaglia cardassiana aveva fatto desistere gli altri Bajoriani dal riprovare un gesto così sconsiderato.
Dukat giunse sulla scena del delitto poco dopo. Evidentemente qualcuno lo aveva avvisato dell'accaduto, probabilmente il suo tuttofare, Trijam.
"Cosa ne pensa?"
"Normalmente non è mio costume formulare ipotesi prima di avere raccolto tutte le informazioni in mio possesso."
"È per questo che lei mi piace, Kedar. Ma credo che non ci sia molto da raccogliere. Ci penseranno le guardie a pareggiare i conti con questi sporchi Bajoriani."
"Io aspetterei."
"Si accomodi, Gul."
Medek si sedette sulla piccola sedia nella sala inquisitoria di Kedar, il vecchio Cardassiano appariva visibilmente agitato, si fregava le mani il suo sguardo era fisso al suolo.
"Mi parli di Etam."
Medek distolse lo sguardo dal pavimento per alcuni secondi, poi cominciò a parlare:
"Era con noi da poco ma faceva parte della famiglia ormai. Era un brillante navigatore, forse un po' troppo nervoso, soprattutto negli ultimi tempi. Ma non ci ha mai creato problemi, no. Non posso credere che l'abbiano ucciso..."
"Ora mi dica qualcosa che non so."
"Niente di speciale. Aveva avuto parecchi contrasti con Takur per la mia seconda in comando Ijarem. Ma la cosa era finita lì. Non so molto del suo passato: era stato un miliare e non vedeva di buon occhio i Bajoriani, ma dubito che abbia fatto qualcosa per provocarne uno. Non so altro, mi dispiace."
"Bene, può andare. Ma non potrete lasciare la stazione fino alla conclusione del caso."
"Non penserà mica che il mio equipaggio..."
"Io non penso mai nulla. Guardo solo i fatti. Arrivederci."
Kedar esaminò il resoconto che gli ufficiali della sicurezza avevano fatto dei diari dall'Aragat
Paradossalmente Etam aveva intenzione di dimettersi pochi giorni dopo la partenza da Terok Nor. A parte questo null'altro di rilevante era risultato dai diari.
I diari di Takur erano decisamente più interessanti: esprimeva il suo profondo rammarico per l'impossibilità di avere una relazione con Ijarem e addossava la tutta la colpa a Etam, anche lui innamorato di lei.
In più avevano trovato una ricevuta di consegna di alcune armi tipiche dei popoli più conosciuti del Quadrante. Le armi non erano state trovate sulla nave, ma si sa che non è difficile far scomparire una cassa, soprattutto se potrebbe essere la prova di un omicidio. La ricevuta indicava anche il mittente: Miirax, un commerciante di Altror IV. A quanto sembrava collezionare armi era il suo piccolo hobby.
Numerose coincidenze, anche troppe.
Il freddo schienale di metallo infastidiva Takur più che l'intensa luce puntata sul suo viso.
"Ora, non ho nessuna intenzione di sporcarmi le mani, anche perché credo che non ce ne sarà bisogno. Dobbiamo solo essere sinceri l'uno con l'altro. D'accordo?"
Kedar camminava in circolo attorno alla sedia dove stava seduto Takur e ogni tanto si fermava alle sue spalle e avvicinava il viso alla sua nuca.
Takur annuì silenziosamente.
"Non ho nessuna intenzione di parlare del suo movente, quindi non cerchi di discolparsi. Voglio solo sapere quando e dove ha comprato le armi che abbiamo trovato nel suo alloggio sulla Argon."
"Mi avete già giudicato colpevole? State solo raccogliendo prove per crogiolarvi nella vostra auto-compiacenza, non è vero?"
La mano di Kedar si appoggiò sulla fronte di Takur in corrispondenza delle tempie. L'addetto alla sicurezza cominciò a stringere: "Ha un ardore veramente notevole, mi compiaccio. Ma hai ancora alcune lacune nel capire alcuni concetti: io faccio le domande, anzi la domanda. Una sola. E lei mi risponde. Facile."
Kedar lasciò la presa e la smorfia di dolore sul volto di Takur scomparve.
"E va bene. Vi voglio dare fiducia, tanto cosa mi resta? Non ho mai comprato quelle armi, non ho idea di come siano finite nel mio alloggio, mi stanno incastrando, ve lo giuro sui miei figli! Non capisco nulla di armi! È stato uno sporco bajoriano, sono sicuro. Non avete dei sensori che vi dicano cosa è successo davvero in quel dannato magazzino?"
"Punto uno: non si giura sui figli, soprattutto quando uno non ne ha Cosa pensa? Che non mi sia informato su di lei? E questo ci porta al punto due: lei è un esperto di armi, ha avuto anche un encomio per la sua conoscenza in questo campo durante il suo servizio militare. Punto tre: Dove pensa di essere? Su una stazione dell'Ordine Ossidiano? Su una nave romulana o federale? Qua estraiamo Iridio, è poco più di un enorme raffineria. E ora se ne vada. Scortatelo al suo alloggio. Consideratelo in arresto."
Due guardie spuntarono dall'oscurità. Presero Takur ciascuno per un braccio e lo sollevarono.
"Lo sapevo che eravate tutti d'accordo! Ma non mi farete confessare nulla. Non vi darò questa soddisfazione!"
Kedar seguì con lo sguardo il prigioniero trascinato via dalle guardie.
Quark stava per chiudere il locale quando Kedar entrò.
Il piccolo barista stava pulendo con uno straccio liso del liquido sparso sul bancone da qualche cliente troppo distratto. Ma a Quark non importava, il drink versato era stato messo in conto comunque.
"Ora mi racconti tutto quello che sai."
Quark, colto alla sprovvista alzò repentinamente il capo e allo stesso modo lo abbassò dopo aver visto negli occhi Kedar. Istintivamente cominciò a rassettare più freneticamente e borbottò qualcosa sottovoce.
"Quark, vedrò di rinfrescarti la memoria: Miirax di Altror IV. Non ti dice nulla?"
Kedar si stava avvicinando un po' troppo velocemente per i suoi gusti.
"No, non credo..."
Kedar prese Quark e lo sbatté verso una paratia e gli bloccò le spalle contro il muro. Il Ferengi rimase qualche centimetro sollevato da terra: i suoi piedi oscillavano cercando disperatamente il suolo.
"Sì, ora ricordo è un mio fornitore occasionale. Non lo sento da tanto tempo. Qualunque cosa abbia fatto io non c'entro nulla. È mio fratello Rom che si occupa dei carichi!"
"Tu hai capito cosa intendo! Ti sei procurato tu quella ricevuta da Miirax. Avanti ammettilo, chi c'è dietro? Tu mi devi molto. Ti ricordi l'"incidente" capitato a quel mercantile Trill? Hai un debito con me."
Quark capì che ormai bisognava giocare a carte scoperte, ma nel suo caso significava ritirarsi dalla partita.
"Ci sono questioni più rilevanti del mio piccolo debito nei tuoi confronti. Denunciami pure ai Trill. Ma ora lasciami andare."
Kedar si rese conto che Quark non avrebbe confessato altro. In questa faccenda aveva più da perdere che da guadagnare. Cosa poteva aver spinto un Ferengi degno di questo nome in un affare fallito in partenza?
Lasciò andare il Ferengi e si allontanò con lunghi passi dal Bar; non gli piaceva ricorrere all'intimidazione ma gli era stato insegnato che era il metodo più sicuro per ottenere informazioni. O per ottenere favori.
Dukat accolse Kedar nel suo ufficio.
"Interessanti novità sul caso del mercante?"
"Credo di sì. Ho cercato di dare una spiegazione a quell'insolito delitto.
Segua il mio ragionamento: in un primo momento tutti gli indizi sembravano accusare un Bajoriano dell'uccisione. Etam aveva più volte manifestato il suo odio nei confronti dei Bajoriani. Ho fatto qualche ricerca: era stato un soldato su Bajor e in un eccesso di collera aveva fatto saltare una miniera a Pacar uccidendo più di quattrocento lavoratori bajoriani solamente per vendicare un atto irrispettoso che i minatori avevano fatto nei confronti di un alto militare in visita alla miniera. Per questo sconsiderato spreco di manodopera e per aver reso la miniera praticamente inaccessibile fu cacciato dall'ordine militare. È naturale supporre che abbia avuto dell'astio nei confronti dei Bajoriani.
Poi però abbiamo scoperto che esisteva una rivalità amorosa tra Etam e Takur. Una nuova pedina entra in gioco. Takur avrebbe potuto uccidere il rivale con un coltello Bajoriano che faceva parte della sua collezione di armi, per far cadere la colpa sui Bajoriani. Quale posto migliore che una stazione brulicante di Bajoriani colmi d'odio nei nostri confronti?
Ma un particolare mi colpì: il fornitore d'armi di Takur era lo stesso fornitore di un noto piccolo delinquente della stazione, un certo Quark, che credo sia stato costretto, suo malgrado, ad essere complice della trappola costruita per incastrare Takur.
Torna quindi l'attenzione sul fantomatico omicida bajoriano. Quale sarebbe stato però il movente dell'assassino? Semplice: vendetta. Recentemente un numeroso gruppo di minatori della provincia di Pacar è stato richiesto sulla stazione per essere messo a capo di un nuovo processo di raffinazione dell'iridio. È logico pensare che almeno uno di questi minatori abbia riconosciuto in Takur il militare che alcuni anni fa sterminò i suoi compagni."
"Brillante, decisamente brillante. Mi congratulo con lei. Dirò alle guardie di rafforzare la punizione dei Bajoriani."
"Aspetti. Non è finita, qui sorge un interrogativo. Quale Bajoriano avrebbe potuto studiare un piano così articolato? Quale povero Bajoriano avrebbe potuto costringere Quark a collaborare con lui?
Forse dobbiamo cercare una figura più importante, una persona con l'autorità di far venire sulla stazione proprio dei Bajoriani di Pacar in occasione dell'arrivo di Etam: sarebbe da ingenui pensare che sia solo una coincidenza. Qualcuno col potere di intimorire Quark a tal punto da fargli rischiare la galera piuttosto che darmi informazioni: non avrebbe mai rischiato tanto per un semplice Bajoriano. Magari la stessa persona che anni prima era il diretto superiore di Etam su Bajor. Facciamo un'ipotesi: immaginiamo che il famoso crollo della miniera causato da Etam non fosse una sua iniziativa personale ma un ordine del suo superiore. L'unico a subire le conseguenze di questo gesto fu, però, l'esecutore materiale, Etam. Egli, caduto in disgrazia si unisce ad un gruppo di mercanti e scopre che il suo ex-superiore ora risiede in una stazione mineraria. Decide di dare una svolta alla sua vita. L'occasione di raggiungerlo c'è e vi si reca, probabilmente con l'intenzione di ricattarlo per denaro, visto che aveva in programma di licenziarsi appena lasciata la stazione. Ora, mettiamoci nei panni di quel superiore che scopre, magari per caso, dai registri delle navi in arrivo che uno dell'equipaggio è il suo vecchio subordinato ed intuisce il possibile pericolo. Decide di richiedere degli esperti minerari proprio dalla regione di Pacar, confidando nella proverbiale memoria e nella voglia di vendetta dei Bajoriani. Poi però, informandosi del nuovo arrivato viene informato da Quark del suo rivale amoroso Takur, e decide di coprire il futuro assassinio. Mette così in scena la storia del collezionista d'armi che decide di uccidere Etam e di far cadere la colpa sui Bajoriani. In questo modo non si sarebbe neppure indagato sulla carneficina di Pacar ed egli sarebbe stato del tutto estraneo alla faccenda. Possiamo solo supporre come sia avvenuto veramente l'omicidio, magari il ricattato avrebbe potuto dare appuntamento al ricattatore nello stesso magazzino che sapeva frequentato dai minatori."
"Una storia interessante, lei ragiona abbastanza, ma non troppo."
Dukat estrasse da sotto la scrivania una piccola arma e fece fuoco. Il raggio ocra avvolse Kedar che si vaporizzò all'istante.
Premette un tasto dell'interfono: "Trijam. Fammi portare qui il prigioniero Takur, credo che Takur mi sottrarrà un'arma, poi ci sarà una colluttazione tra lui e il nostro Kedar e ciascuno morirà per mano dell'altro."
"Bene, devo chiamare anche Kedar?"
"Non ce n'è bisogno è già qui. Era già qui, per essere precisi. Un'ultima cosa: ci serve un nuovo addetto alla sicurezza, come si chiama quello strano tizio che seda le contese tra i Bajoriani?"
"Odo, credo"