Traduzione del documentario "Anakonda Im
Netz"
Traduzione di Jadax
Emanuel Fialik, manager dei Rammstein:
Ricordo la prima sessione d’autografi in Messico. Si teneva in un grande negozio
di dischi. La gente si presentava con cianfrusaglie di ogni tipo. Pensavano:
“Questa roba fa parte della cultura tedesca, i Rammstein possono autografarla”.
La gente arrivava con spartiti di Strauss, libri di Nietzsche e perfino
traduzioni di Lutero della Bibbia.
A Guadalajara un tizio è arrivato con una T-shirt con su una svastica.
Probabilmente pensava fosse un simbolo folcloristico della Germania. Sto tizio
aveva circa 25 anni, e non poteva sembrare più Indios: capelli lunghi neri, un
grande naso aquilino, e stava indossando una T-shirt con una svastica. È stato
subito pronto a togliersela appena gli è stato spiegato che è un simbolo molto
impopolare al giorno d’oggi. Probabilmente voleva solo onorare il gruppo. Dopo
qualcuno ci ha spiegato che dopo la II guerra mondiale molti criminali di guerra
tedeschi si erano stabiliti a Guadalajara. Così abbiamo chiesto alla radio
locale di annunciare che le T-Shirt con la svastica non erano benvenute allo
show. Ciò è stato accettato e rispettato. Ma non c’era nessun gruppo di destra
allo show. Erano solo persone lontane dalla Germania e dall’Europa che avevano
pensato che ciò aveva qualcosa a che fare con la storia tedesca e che il gruppo
l’avrebbe apprezzato come segno di rispetto! Gli abbiamo detto che non era così
e loro hanno capito. Per fortuna i ragazzi si erano presentati prima durante gli
autografi, così abbiamo avuto la possibilità di reagire.
Richard Z.Kruspe: Abbiamo fatto l’ultimo show in Danimarca o in
Finlandia. Sono venuto da New York direttamente dall’aeroporto. È piovuto tutto
il giorno. Normalmente si apre il sipario ed inizi a suonare. Quando sono cadute
le tende, improvvisamente ho visto questo bellissimo porto che non avevo mai
visto. Ho pensato ‘wow’ e mi sono scordato di suonare. Ad un certo punto ho
pensato ‘oh merda!…’ e dopo circa 20 secondi ho iniziato a suonare anch’io.
Paul Landers: A Stoccolma c’è questa enorme sala e quando ancora
suonavamo nei piccoli club, la vedevamo brillare sullo sfondo. Stavolta il bus è
andato direttamente là ed effettivamente era lì che dovevamo suonare. È la più
grande di Stoccolma! ‘Cavoli – pensi, cosa ci facciamo qui?’. Ce lo chiediamo
spesso: ‘Perché improvvisamente 12000 svedesi o finlandesi vorrebbero vederci?’
Oliver Riedel: E’ stato veramente bello suonare a Nimes. L’isteria che
c’era era simile al Messico o nella Spagna del sud. Ora è così in tutta la
Francia. Guidi per la città e vedi una marea di persone che vogliono andare al
concerto e ascoltare musica. Senti la città ribollire e le persone che aspettano
la serata.
Christoph Schneider: Nimes è un luogo di villeggiatura nella Francia del
sud. Vecchi edifici, una pittoresca vecchia cittadina, con alcuni turisti nel
mezzo. Quella volta c’erano migliaia di fans dei Rammstein. Vestiti tutti di
nero e con stili assurdi. Erano completamente in contrasto col paesaggio
idilliaco che c’era intorno. Ma è stato uno dei migliori concerti del tour.
Emu: Molta gente giovane è venuta da tutta la Francia. C’erano bandiere
brasiliane, croate, greche e tedesche. E tutti avevano fatto questo
pellegrinaggio per vedere i Rammstein. Le migliori condizioni per un concerto
magnifico.
Till Lindemann: La data è stata straordinaria. Era un’arena per le
corride o per i gladiatori, un anfiteatro. Sembrava molto vecchio, come il
Colosseo a Roma! Fantastico! Ti mette di buon umore. L’acustica è abbastanza
estrema, visto che i suoni rimangono in questo grande calderone. Il pubblico era
veramente entusiasta. Specialmente i francesi. L’atmosfera era incredibile. Di
solito non riesco molto a ‘sentire’ il pubblico. Ma questo è stato eccezionale!
Paul: E’ stato un momento eccezionale. Siamo abituati a vedere la gente
in piedi. Ma quando sono seduti in alto sulle gradinate, ti rendi conto di
quanti sono! Sembrano tutti ancora più pressati.
Christoph: Dopo abbiamo in pratica suonato solo in grandi date. 10.000
persone a sera. Ci vuole un notevole ammonto di lavoro per preparare uno show
dei Rammstein. Deve poter essere visto bene da ogni punto della sala. Gli
effetti pirotecnici e le luci devono essere grandi abbastanza, altrimenti
sembrerebbero piccoli. È importante che i tre elementi – musica, luci, effetti –
siano in armonia l’uno con l’altro e che sia tutto fatto nel giusto tempo. Ogni
elemento ha il proprio posto in modo che tutto funzioni bene. È questo il
segreto!
Al momento, abbiamo circa 100 persone che lavorano su un grande tour. Ogni tanto
li osservo montare e smontare. È incredibile vedere da quanti lavori dipenda uno
show di 2 ore.
Paul: E’ quasi come un circo viaggiante. O una piccola cittadina, con il
sindaco – il tour manager – segretarie ed impiegati. Vengono installate linee
telefoniche e costruito un piccolo ufficio. I camionisti trasportano tutto. Gli
operai montano il palco. E poi ci sono gli elettricisti che si arrampicano sul
tetto. Installano i motori nei monti in cui le luci e gli altoparlanti saranno
appesi. Gli operai sono i primi ad arrivare. Poi, i tecnici luci che montano e
fanno funzionare le luci. I tecnici del suono, gli operatori di palco – che
costruiscono il palco – e gli assistenti del gruppo, che si occupano dei
costumi. Queste sono più o meno tutte le persone.
Flake Lorenz: i primi concerti di un nuovo tour sono quelli che
preferisco. Perché nessuno sa veramente cosa accadrà. I movimenti non sono stati
provati del tutto: Devo andare a destra? Devo incontrare qualcuno qui? Dobbiamo
tornare indietro insieme? Nessuno è del tutto sicuro per i primi concerti.
Accadono molti momenti imbarazzanti e divertenti. Finisci in un angolo buio e
vieni dimenticato. All’inizio andavo semplicemente avanti ed indietro con il
Segway (il ‘trabiccolo’ su cui si muove Flake sul palco N.d.T) ma poi il gruppo
ha detto ‘Smettila, sembra che stai tagliando l’erba’. Pensavo di fare qualcosa
di buono: andavo avanti e indietro! Allora mi sono fermato è ho detto ‘Bè allora
cosa dovrei fare?’ E loro ‘Prova qualcos’altro. Prova ad andare indietro
invece!’ L’ho trovato stupido. Per questo mi son messo a girare in tondo. Quelli
sono i concerti migliori! Dopo, tutto diventa routine.
Till: All’inizio ho in testa un piano generale. E durante le prove vedo
come funziona il tutto. Per i primi 4 o 5 concerti vedo cosa funziona e cosa no
e ha bisogno di essere riprovato. In questo modo mantengo un senso d continuità.
Comunque rimangono sempre molte incertezze. Devo rimanere fermo altrimenti
interferirebbe con il mio cantare se mi muovo e non riesco ad inspirare
abbastanza aria per cantare le vocali? Dopo circa 5 o 10 concerti impari le
mosse e le coreografie e le fai ogni sera.
Flake: come tastierista, non sono legato al palco. Quando non suono,
posso semplicemente andare a fare qualcosa. I chitarristi hanno sempre le loro
chitarre. Devono togliersele prima di muoversi. Nel frattempo io posso andare
sul gommone o cazzeggiare. Posso alzarmi ed andarmene. Nella nostra musica Heavy
Metal, le tastiere non sono così importanti. In molti punti non suono ma non
devo rimanere sempre in piedi immobile.
Molte delle cose che fai non sono poi così piacevoli. E’ come una doccia fredda:
prima non vuoi farlo, ma quando hai finito ti senti meglio! Diventa estremamente
caldo sul palco. Se non ci sto attento finisco per bruciarmi le punta delle
dita. Oppure Till mi spara in testa, i miei capelli prendono fuoco o io scivolo.
Può succedere qualsiasi cosa: esco dalla pentola, perdo la presa e cado. Se i
razzi vengono accesi troppo presto, me ne arriva uno in faccia. E tutto è
accaduto!
Richard: ovviamente, gli show dei Rammstein usano una quantità
incredibile di effetti. E vorremmo tutti esserne coinvolti. Ma è difficile
suonare uno strumento e nel frattempo maneggiare tutti questi effetti. Ci
abbiamo provato molto comunque. Per un po’ ho avuto una chitarra che prendeva
fuoco. Poi ho avuto una chitarra che dovevo distruggere. O queste aste dei
microfoni che prendevano fuoco. Uno pensa che questi trucchetti siano belli o
che tu sia figo. Quando invece probabilmente sembri solo ridicolo (ride).
Il nostro manager Emu c’è sempre quando lavoriamo su nuove idee. E’ molto
interessato alle luci e lavora a stretto contatto con i light designers. Gli
dice quanto sono importanti per i Rammstein un certo ritmo o una certa
atmosfera. Secondo me è una grande parte del nostro successo e della nostra
immagine. Non è un membro del gruppo ma gli appartiene comunque.
Emu: sono estremamente affascinato dalle luci. “Come i Rammstein appaiono
sul palco”. L’effetto dell’interazione tra musica performance e luci sul
pubblico. Le luci comunicano tutto ciò che vogliamo accentuare nella musica dei
Rammstein, in modo da essere meglio recepita. Un lightshow mediocre, fuori
sincrono col ritmo della musica, farebbe diventare la musica dei Rammstein
ancora più difficile da afferrare. E’ la stessa cosa con gli effetti
pirotecnici. Sono arrivato a capire che gli effetti pirotecnici non sono sempre
effetti pirotecnici. Possono essere applicati in molti modi differenti alla
musica dei Rammstein. Aggiungono ritmo alla musica dei Rammstein quando non è
possibile con altra musica. Con gli altri gruppi, gli effetti pirotecnici sono
spesso solo per “decorazione”. Per noi, i suoni prodotti dagli effetti
pirotecnici sono una parte dell’effetto sonoro generale.
Oliver: Certe cose sono molto pericolose. I fuochi d’artificio sotto al
palco, per esempio. Se esplodono al momento sbagliato puoi rimanere seriamente
ustionato. Altre cose possono essere fatte esplodere dalle scintille. Come
l’arco infuocato di Till. La cosa migliore è starci alla larga.
Richard: a volte diventa veramente caldo. Ma mi piace davvero questo
genere di cose. Non ho assolutamente paura del fuoco. Anzi, lo adoro. Più vicino
sono più grande è il divertimento. Queste fontane di fuoco sono veramente
bollenti … a volte ci si brucia. Ma è una figata lo stesso. Lo adoro!
Ovviamente stai cercando di attirare l’attenzione. La desideri. Altrimenti non
saresti su un palco o perfino non suoneresti. Se fossi soddisfatto della mia
vita, pienamente soddisfatto, non avrei bisogno di suonare la mia musica davanti
alla gente. L’assorbo tutta e mi sento meglio, ma naturalmente questa è un’autoillusione.
Razionalmente lo capisco. Ma comunque ho trovato un modo in cui riesco a vivere.
Non diventerà un problema finché non diminuirà o cesserà interamente. Allora
dovrò trovare qualcos’altro o essere curato. E’ veramente importante capire che
tu stai solo recitando una parte. Fondamentalmente è solo una “idea”. Ovviamente
i fans la fuori vogliono la loro star, nel modo in cui la vedono loro. Devi
capire che non vogliono veramente te. Devi soddisfare questo ruolo. Recitare
questo ruolo. Non ha molto a che fare con quello che tu sei veramente. Anzi, non
deve!
Cerco qualcuno con cui posso avere un contatto visivo. Di solito una ragazza!
(ride). Il contatto visivo mi aiuta a mettere insieme un buon show. Ogni tanto
abbiamo qualcuno che allunga dei pass per il backstage. Mi è successo di
incontrare quella persona dopo lo show. Ma non è questo ciò di cui sto parlando.
Si tratta solo del momento. Non ho un reale bisogno di avvicinarmi a lei. È una
sorta di “strumento”, come con la mia musica. Ho bisogno di qualcuno con cui
posso connettermi. E quando c’è il contatto, tutto funziona.
Till: Non mi piace essere guardato. Cerco di ignorarlo. Lo evito! A volte
la canzone necessita la messa in scena di uno scambio mediante alcuni gesti.
Altrimenti non lo vado a cercare… guardo verso un punto sullo sfondo. Di solito
l’uomo al mixer.
Ollie: Il mio primo giro in gommone è stato veramente eccitante.
All’inizio non avevo realizzato di star galleggiando sulle teste della folla. Ma
tornato sul palco, ho sentito le ginocchia deboli e ho capito che era stato
qualcosa di speciale. Ho provato molti modi diversi di navigare sul gommone. Ma
è più una cosa di testa. Immagino di poter dirigere la folla con i miei pensieri
– e con essa anche il gommone. Una volta che sono arrivato abbastanza lontano,
penso ‘Ok, ora devi tornare indietro’. È difficile descrivere come funziona.
Puoi cercare di spostare il peso, ma il principio del caos è predominante:
ognuno sa cosa deve fare e mi fa tornare indietro automaticamente. Anche se è
successo qualche volta, non ho paura di rovesciarmi. Non ho paura della folla.
Till: Penso che il gommone sia un grande effetto. Quando non c’è, mi
innervosisco. E poi ci rimette anche Ollie, perché dopo gli rompo le palle. È un
modo per noi di rilassarci. La gente smette di guardare al palco. Ollie è il
punto focale e si muove come se fosse su un mare di mani. A volte abbiamo paura
che non torni indietro. È spettacolare da vedere. Uno dei migliori effetti che
conosca.
Un tempo era Flake il capitano. E ogni tanto finiva nelle ultime file.. dove non
c’era nessuno e cadeva per terra (ride). Tornava con qualche livido ed era
assolutamente furioso. Incazzato come un furetto, ma si faceva veramente male.
Flake: Sì, non è molto divertente viaggiare sul gommone. Dicevo a me
stesso: ‘Quest’effetto prima o poi diventerà vecchio’. Ollie è molto più bravo
di me. Ha anche un gommone migliore. Il mio non aveva il fondo adatto, solo una
base di gomma. Le gente gli dava sempre dei pugni o lo trapassava con qualcosa
di pungente. Il suo gommone ha una base solida ed è più largo. Non si rovescia
tanto facilmente.
Quattro volte su dieci, mi ribaltavo. Andavi all’ospedale e ti rimettevano
insieme. Il giorno dopo, eri di nuovo là. Cadi da due metri sotto la
folla…quando ti rovesci… prendi una bella botta, ti fai dei lividi, ti rompi la
schiena, i gomiti, le solite cose. Ad un certo punto ti dici: ‘Humm…’ A volte ti
strappano i vestiti di dosso. Torni indietro nudo e ti avvolgi in un
asciugamano. E il giorno dopo non hai niente da metterti per lo show. Le prime
ad andare sono le scarpe. Ma come ho detto, è come una doccia fredda. Quando
finisci sano e salvo, sei felice.
Christoph: La cosa migliore di un concerto è che tu esci da te stesso.
Suonare ti mette in una specie di stato “qui ed ora”. Non pensi a cosa succederà
dopo, c’è solo il momento!
Paul: Gli unici che lavorano davvero sono Schneider e Till. Schneider
deve suonare molto duramente. Deve essere esatto e non può cazzeggiare più di
tanto. Till deve rimanere totalmente concentrato e pieno di energie perché la
maggior parte degli occhi sono su di lui. Gli altri possono prendersi una pausa
ogni tanto senza che ciò diventi un problema.
Till ha queste due braccia meccaniche durante “Rammstein”. Fanno veramente
impressione. Quando avanza a grandi passi sul palco e spinge i bottoni… e non
succede nulla! E’ accaduto due volte! Allora penso che ci saranno dei problemi!
Till rimane fermo là e pensa: “Ok, e adesso? Devo togliermeli? Andar a casa?”,
poi prende un profondo respiro e pensa: “Non posso spaccarli, costano 10.000
euro. Non posso distruggerli ora”. Allora va nel backstage. Tutti si
sparpagliano, perché sanno cos’è appena successo. Senti sbattere qualcosa,
qualche cazzotto. Poi tutto torna calmo. Torna fuori. Il pubblico non sospetta
nulla. Ma qualcosa è finito rotto là dietro! Dopo un concerto del genere, se ne
va in camerino da solo. Si sente un po’ di rumore. Qualcosa che viene
“atomizzato”. Questo lo mette di umore migliore.
Flake: In quei momenti Till è davvero di umore pessimo. E sono felice di
essere nella band e non incaricato degli effetti pirotecnici. Questi tizi sono
sull’orlo del precipizio e dovranno giustificarsi più tardi. Qualcosa si rompe
sempre oppure io suono male. Io metto giù la sequenza delle canzoni. Se sono
perso nei miei pensieri, posso scordarmene una. Gli altri non se ne accorgono e
prendono la chitarra sbagliata. Sono tutte accordate diversamente. Non andrà
bene con la chitarra sbagliata. E allora nessuno suona, perché non riconoscono
la canzone. Io continuo felicemente a suonare, mi guardo intorno e penso “oh
oh!” Devo pensare velocemente a cosa fare. Dovrei fermarmi? Continuare? Iniziare
un’altra canzone? Qualsiasi cosa faccia, sarà un casino! (ride) Ma non mi
importa.
Till: Qui è quando ci riuniamo poco prima di andare sul palco (si
riferisce alle immagini del video ndt). E’ un rito del gruppo. Altri gruppi
pregano. Credo che gli Slipknot cadano in una specie di trance metafisico e
balbettino qualcosa. Noi beviamo una tequila. E’ il nostro “bicchierino di
sveglia”. E poi andiamo!
Flake: Cerco di pensare al concerto il meno possibile. Chiacchieriamo di
questo e quello. Iniziamo una conversazione che continuiamo dopo. Till e io
ascoltiamo musica folk latino americana. Cantiamo sulle canzoni e cerchiamo di
tradurre i testi.
Ollie: Mi piace essere lì 2 ore prima. Puoi iniziare ad immergerti nella
giusta atmosfera. Penso sia importante che tutti siano qui 1 ora prima in modo
da poterci rilassare un po’, distendere i sensi e immergerci in questa
consapevolezza. Prima passi un po’ di tempo con cose tipo giocare a calcio, fare
un po’ di stretching o suonare il basso. La cosa importante è che tutti noi
siamo qui un po’ di tempo prima e che sentiamo crescere l’atmosfera. E
ovviamente c’è un rituale. Till mette su della musica mariachi. Deve avere la
stessa canzone ogni sera. Noi iniziamo ad addormentarci puoi sopportarla per 30
secondi. E poi o ti intontisci oppure lasci che questa sensazione ti trasporti
via. Devi solo staccare la spina. E quando lo hai fatto poi iniziare.
Till: Sono stupito ogni volta che la gente canta con me. Un tempo pensavo
che fossero dei tedeschi che erano venuti con noi. Ma ce ne sono troppi perché
sia così. In Europa, cantano i ritornelli e i nostri “slogan”. Ma i Messicani
possono cantare quasi interi versi. Molto impressionante! Quando scrivi i testi
non pensi a queste cose. Li lasci fluire e ci rimugini sopra. In alcuni casi
ricordo ancora dove, quando e perché ho scritto i testi. Come e in che
circostanza è abbastanza raro, ma ogni tanto succede. Poi tu sei lì in piedi e
non riesci a crederci. E’ molto toccante … e bè … bla bla! (sorride) Ma ogni
tanto ti viene la pelle d’oca.
Emu: Sono estremamente affascinato dall’aspetto “corale” della musica dei
Rammstein. Quando questo incita qualcosa come 17.000 – 18.000 persone è una cosa
che mi fa molto piacere. Guardo anche le partite di calcio, ed è simile. Ma con
i Rammstein è più un avvenimento corale. E’ una straordinaria mescolanza di
emozioni. Non posso metterlo in un’altra maniera, poiché mi affascina troppo. E’
meraviglioso. Una seduzione fantastica.
Christoph: di solito sai che in ogni paese, quelli sono i fans dei
Rammstein. Gli piace la nostra musica e vengono al concerto. Hanno alcune
similarità. Lo noti nell’atmosfera generale. Alcuni paesi sono più agitati.
Altri lo sono in un grado più basso, oppure le persone ascoltano di più. La
Spagna è sempre grandiosa. Un muro di rumore, il pubblico impazzisce
completamente. Anche in Francia e, abbastanza sorprendentemente, in molte città
inglesi. Un’atmosfera meravigliosa!
Till: In Russia, senti come un ritorno di energia perduta. Percepisci la
mancanza di eventi, di concerti, di punti di riferimento culturale. I buoni
concerti sono rari per loro. Vanno completamente fuori di testa! E’ stato
costruito qualcosa là, persino aggressivamente. Ma è una buona energia ed è
divertente suonare là.
Flake: Non hanno normali eventi culturali. Il concerto è sorvegliato
dall’esercito sovietico [l’URSS non esiste più, e non era un esercito, solo
polizia]. I soldati hanno barricato l’intero isolato. Alcune persone sulla
nostra guest list non sono mai arrivate. Solo le persone coi biglietti venivano
fatte uscire dalla metropolitana. Tutti gli altri erano rispediti indietro.
Perciò loro non sono mai arrivati qua.
Christoph: Quando abbiamo suonato in una grande sala a Mosca, c’erano un
sacco di regole e un sacco di sicurezza. La maggior parte delle persone aveva i
posti assegnati e dovevano occuparli. L’area davanti al palco, che di solito è
murata, era completamente vuota [è stato a San Pietroburgo e non a Mosca]. La
gente spingeva da destra e da sinistra. Al centro, separati dalle transenne,
c’erano alcuni VIP. Questo era molto irritante. Quando abbiamo iniziato a
suonare il posto era pieno ma l’area dove normalmente stanno le persone con cui
interagisci, era vuota. Per cui abbiamo provato a convincere il pubblico a
scavalcare le barriere. Ma erano riluttanti. Era molto rischioso. Nessuno sapeva
davvero come lo staff di sicurezza in uniforme avrebbe reagito. Ma alcuni hanno
attraversato e sono andati nella zona centrale ed è finito per essere un buon
concerto.
Emu: Non avevo mai incontrato prima un pubblico con una tale approccio
per la musica dei Rammstein. In Russia, la gente andava al concerto con i fogli
dei testi in tedesco. Era come se il Goethe Institute avesse mandato 7 mila
persone. Questa è stata la mia impressione della Russia. 7 mila persone spedite
ad imparare il tedesco insieme alla musica. C’erano gruppi d’età che non avevo
mai visto in altri paesi. Persone anziane, che conoscevano Pushkin a memoria,
sedevano in mezzo al pubblico. Seguivano le parole e voltavano pagina! Non ci si
scorda di scene simili tanto facilmente. Molto inusuale per il pubblico dei
Rammstein.
Ollie: La band viaggiava separata in quei giorni. Di solito andavamo
sempre insieme. Ma dopo tutto questo tempo, ognuno di noi voleva viaggiare come
voleva. Mentre gli altri prendevano l’aereo, io spesso andavo in bus con il
resto della crew. Una volta hanno perfino noleggiato un aeroplano. L’hanno molto
apprezzato perché non erano più costretti dagli orari dei voli. Semplicemente
volavi quando volevi.
A me piace avere una “casa” quando sono in tour. Una volta che ti sei stabilito
nel bus, è bello dormire nello stesso letto. Ognuno ha il suo piccolo angolo.
Quattro o cinque persone siedono dietro a bere vino e guardare film. Se vai
d’accordo con loro, è molto piacevole.
Paul: Visto che imparo a conoscere i paesi dai sapori, ovunque andiamo so
sempre cosa mangiare. Questo irrita alcuni. In Francia mi piace mangiare “merguez”.
In Finlandia siamo andati a pescare al lago. Cerchiamo di fare le cose ovvie. In
Inghilterra, abbiamo mangiato fish&chips e bevuto tè… I classici di solito sono
le cose migliori. E ti fa piacere quando li trovi. In Giappone abbiamo mangiato
sushi o qualche altro cibo giapponese. Spesso cerchiamo di prendere
l’iniziativa. Andiamo ad un buon Caffè a fare colazione, invece che in hotel.
Controlliamo in quali città siamo e le visitiamo a piedi.
Ollie: Viaggiare fa parte del lavoro. Ogni tanto è una benedizione, altre
volte è uno strazio. Naturalmente, è bello andare in posti in cui non sei mai
stato prima. Non ci saresti mai andato altrimenti. Ti fai un’idea di dove
potresti andare con più tempo.
Till: L’Islanda è stata unica. Una piccola isola e la metà della
popolazione che viene al concerto [gli abitanti dell’Islanda sono circa 250.000,
per cui Till ha un po’ esagerato – MDT]. Non ci vivono molte persone lì. E che
accoglienza! All’inizio ci hanno portato ad una sorgente calda chiamata “The
Blue Lagoon”. La gente di fronte all’hotel… quello era completamente diverso.
L’Islanda è fantastica. Ci sono ghiacciai, sorgenti calde, geyser, appena
qualche albero, formazioni laviche, qualche montagna, una costa bellissima e un
sacco di pesce e gamberi da mangiare.
Non sono una persona da città. Vengo dalla campagna. I bei paesaggi mi riempiono
di meraviglia. Mi piace viaggiare, ma non al servizio dei Rammstein. Quello è
lavoro. Dipende da cosa ti piace.. ma il Rio delle Amazzoni merita sicuramente
una visita. È avventuroso… una vera avventura! Puoi prenderti molto velocemente
delle fastidiose infezioni. Puoi anche vedere i delfini di mare, le anaconde, i
bradipi, o andare a pesca di piranha.
La nostra guida là era imparentata con un Indiano. Quando hanno iniziato a bere,
noi siamo andati a pescare. Abbiamo catturato un anaconda. Veramente due, una
l’abbiamo liberata… e l’altra era morta. Allora l’abbiamo squoiata. Ora è appesa
nella camera del mio amico. È lunga 7 metri.
Perché la gente va a fare delle spedizioni al polo? Non c’è nulla da vedere là.
Ma qualcosa ti attrae. È difficile descrivere perché si viaggia. Non te ne
accorgi finché non sei di nuovo a casa. Dove puoi approfittare dei ricordi per
molto tempo. È come avere una specie di magazzino interno. Quando le cose non
vanno bene, basta entrarci e prendere un bicchiere dalla “riserva viaggi” per il
tuo spirito, aprirlo e riempirsene (sorride).
Christoph: All’inizio, c’era una grande differenza per me. In tour, io
evadevo completamente dal mondo di casa mia. Dopo 3 o 4 settimane l’avevo
lasciato dietro. Facevamo tour più lunghi allora, a volte anche due mesi di
seguito. Era come un nuovo mondo per me e spesso mi innamoravo degli altri
paesi. Pensavo che avrei dovuto vivere là e che fosse un posto migliore. Erano
mondi separati per me. A casa era molto difficile ritrovare i miei punti di
riferimento, tornare alla mia vita normale. Mi servivano settimane per abituarmi
di nuovo a tutto. Ora che l’ho fatto tante volte e ho più confidenza, sono
diventato più professionale. Ora so che è il mio lavoro! Non mi lascio più tanto
prendere dall’emozione!
Till: La mia visione del mondo è diventata più flessibile per certi
aspetti. Diventi più rilassato riguardo ad un sacco di cose. Puoi startene
seduto a raccontare storie. Girare i video spesso impiega un sacco di tempi
d’attesa. Qualcuno improvvisamente dice: “Ti ricordi di quando…?” e la prossima
cosa sai che sarà che ci racconteremo vecchie storie. Come quando eravamo seduti
nella giungla in Australia, guardando il cielo notturno.
Paul: Prima andavamo sempre fuori di testa dopo i concerti. Eravamo
sempre dietro ad urlare e gridare! Dovevamo scaricare l’adrenalina. Qualcosa
finiva sempre per essere spaccato. Ora sappiamo quanto siamo carichi. Quindi
rimandiamo a dopo i discorsi qualitativi. Altrimenti, le cose finiscono subito
sul triviale e perdiamo ogni obiettività!
Richard: Devi trovare qualcosa da fare dopo lo show per disperdere tutta
questa energia. Hai bisogno di uno sfogo, qualche tipo di meditazione dopo. Hai
assorbito l’energia di 20.000 persone e ce l’hai bloccata dentro. Dopo, è come
essere improvvisamente lasciato cadere. Devi cercare di bilanciarlo. Non ho
ancora trovato il modo giusto.
Ollie: Mi piace fare una doccia veloce, togliermi il trucco e poi andare
al bus o all’hotel. Non mi piace uscire dopo il concerto.
Flake: Prima sei felice di aver finito. Poi ti fai una doccia, se c’è
acqua… poi ti bevi una birra e puoi dormire!
Emu: Questa è proprio la ragione per cui lo faccio. È il momento di
completa sincronia tra l’intento e l’effetto! Tutto ciò che trasmetti dal palco,
ti ritorna indietro. È la cosa più bella che ti può accadere!
Till: Me ne vado per un bel po’ di tempo, dopo aver finito il mio ruolo.
Richard: Mi piace non fare nulla, per tutto il giorno. Stare a letto,
alzarsi, girare per la città, bere un caffè e lasciare che il giorno passi, cosa
che faccio raramente. Le cose che la gente fa il weekend sono cose che non
faccio mai. Ma mi piace farle.
Flake: Tornare a casa per me è un vero lusso. Posso cucinarmi il mio cibo
di nuovo, andare a letto, non devo parlare con nessuno.
Paul: Con i Rammstein, abbiamo sempre avuto solo 2 settimane di vacanze
in estate. Rimanere semplicemente fermo in qualche posto è qualcosa che non
faccio da 10 anni. E ho intenzione di godermelo per bene! Andare da qualche
parte e starci.
Christoph: (fa vedere delle foto di una sala vuota) Prima, dopo? Non lo
so. Una mezzora dopo il concerto, l’atmosfera c’è ancora. Puoi sentire l’energia
del pubblico, il calore… e poi ogni cosa viene portata via e ognuno fa il
proprio lavoro. È molto strano. La magia del concerto era ancora lì… dopo che
viene suonata l’ultima nota e i credits iniziano a scorrere, le luci della sala
si accendono, la gente se ne va e ognuno inizia il proprio lavoro, smontando
tutto velocemente. Vedi che tu sei vivo solo per un momento. Sei qui per poco
tempo, accade … e poi è storia…