Recensione delle canzoni del nuovo album -
Agosto 2009
Traduzione di Deb
In anteprima mondiale, la nuova lista dei brani del nuovo
album dei Rammstein.
Una canzone è in francese, un pezzo che suona come i Depeche Mode e una fine con
una chitarra acustica che fa da accompagnamento al fischiettare di Till
Lindemann? Benvenuti nel pazzo mondo del nuovo album dei Rammstein!
Rammlied (Ramm-Canzone): una lunga e complessa introduzione fa strada a
delle chitarre epiche in tandem con la batteria, prima che il massiccio riff
industrial prenda piede. Questo è un pezzo che celebra la storia dei Rammstein,
e il continuo ripetere del loro nome sarà sicuramente un appuntamento fisso ai
loro prossimi concerti. Ci sono anche alcune influenze orientali che terminano
in un ritmo battente fino alla fine del pezzo.
Ich Tu Dir Weh (Ti faccio male): elettronica, una intro battente, un
rullo di tamburi che aprono la strada ad un riff sullo stile di Mein Teil. Vi
sono chitarre acustiche che rimandano a Los, voci agitate e un casino di
chitarre distorte, che viaggiano accanto a una batteria possente.
Waidmann’s Heil (Il saluto del cacciatore): Adesso le cose cominciano a
farsi interessanti. Corni che suonano come la cavalleria, seguiti da chitarre
“pedal-to-the-metal” fanno eco ai Ministry e a Feuer Frei. C’è un enorme ritmo
con sapore hip hop accompagnato da un coro che canta ‘Waidmann’s Heil’s” e una
sezione midi che suona un po’ come “One” dei Metallica a doppia velocità. Un
pezzo fortissimo!
Haifisch (Squalo): troverete difficile da crederlo, ma “Haifisch” suona
esattamente come i Depeche Mode per la maggior parte della sua durata.
Immaginate i Rammstein appropriarsi di “Personal Jesus” con batterie oscillanti
e circondate da ritmi elettronici. Una cosa è certa, gli amanti del Burlesque di
tutto il mondo la ameranno.
B****** : Il più grande riff dell’album fino ad ora. Stiamo parlando di
una bomba atomica che potrebbe fare a gare con Sonne in termini di brillantezza.
Stiamo parlando di uno stridente e sinistro scricchiolio che si trasformerà in
immenso in un rock club. Se vi state chiedendo se il titolo è l’abbreviazione di
Bastardo, non lo è. E’ che Till Lindemann si è inventato una parola che non ha
alcun modo di essere scritta, per come si pronuncia.
Frühling In Paris (Primavera a Parigi): La partenza più radicale della
band di tutto l’album. Un pezzo acustico con una batteria break-beat (che suona
stile ‘You’re Not Alone’di Olive) e voci francesi nel ritornello. Mentre in
prospettiva suona più pazzo di un manicomio pieno di mutanti a due teste, è uno
sforzo ispirato che arriva ad essere la canzone più bella dell’album.
Wiener Blut (Sangue viennese): Tradotto come “Sangue Viennese” è una
canzone che parla di Joseph Fritzl (il padre della ragazza tenuta segregata per
anni in una cantina e che ha avuto da lui almeno 7 figli.). Non siamo riusciti a
capire di più, avendo sempre avuto brutti voti in storia tedesca, ma vi possiamo
dire che questo è il pezzo più pesante del disco. Un Lindemann eccitante sulla
base di una intro malinconica e si sa già che farà centro. Un “Wilkommen”
sussurratamente sinistro e le porte dell’inferno si aprono al centro della
canzone.
Pussy (Figa): Dai, avete già capito di “cosa” tratta questa canzone? Sono
i Rammstein nel loro lato ironico migliore, con l’apertura lirica “too big, too
small, size does matter after all” (“troppo piccolo, troppo grande, dopotutto le
dimensioni contano”) e col ritornello “you’ve got a pussy, I’ve got a dick,
what’s the problem? Let’s do it quick” (“tu hai una f**a, io ho un c***o, dov’è
il problema, facciamolo alla svelta”). Rammstein che richiamano ad “Amerika” e
che si divertono come pazzi nel farlo.
Liebe Ist Für Alle Da (L'amore è là per tutti): Con riffs dai ritmi velati e
pieno di rullanti feroci, 'Liebe ist für alle Da' corre come un treno merci.
E il punk rock che i Rammstein ottengono con una struttura base e ti riempiono
di calci nei denti per tutta la sua durata.
Mehr (Ancora): Un’intro elettronica che suona un po’ come “Shout” dei
Tears For Fears fa da sottofondo alla voce sinistra di Till Lindemann. C’è un
inaspettato tocco di ritmo che suona tipicamente Rammstein, ma appena comincia a
suonarvi familiare, un grandioso ritornello si apre come un papavero e mostra la
cattiveria del gruppo.
Roter Sand (Sabbia rossa): La fine del disco è una canzone dal titolo
ancora incerto che vede la voce di Till accompagnata da una chitarra acustica.
Il traino della canzone è il fischiettare di Till, ed è un agitato epico finale
che potrebbe fare di questo disco, il più variegato dei Rammstein.