Intervista di Metal Hammer a Emanuel
Fialik (manager dei Rammstein)
Traduzione di
Stefania
E’ da un pò di tempo che non
si hanno notizie dei Rammstein. Con VÖLKERBALL è stata lanciata sul mercato una
grande rappresentazione del tour di REISE, REISE, che mostra il lato più intimo
del gruppo.
METAL HAMMER ha intervistato il manager e produttore del DVD, EMANUEL FIALIK per
sapere come stanno le cose.
Il DVD Volkerball uscirà finalmente sul mercato il 17 novembre dopo qualche
ritardo. Come mai è stato necessario così tanto tempo per la pubblicazione?
Originariamente il DVD doveva uscire per Natale dell’anno scorso, ma non è stato
possibile a causa della grande quantità di materiale raccolto. Successivamente,
avevamo pensato come data a marzo 2006. Avevamo pensato di essere già pronti con
la maggior parte del lavoro. Quando però ci siamo seduti per pensare al
confezionamento, ci siamo arrestati. C’è mancato un adeguato Artwork e un buon
titolo. All’inizio il DVD doveva intitolarsi LOS!, ma le opinioni dei membri
della band, che non si trovavano riuniti nello stesso luogo, erano divergenti.
Io personalmente ho scelto, insieme ad alcuni membri della band, il titolo
Volkerball. Le discussioni (sul titolo) sono state fatte per via telefono, fax e
email e sono trascorse diverse settimane prima di raggiungere l’accordo. Poi è
arrivata l’estate, periodo in cui non si pubblica nulla, però è venuta l’idea di
produrre un’Edizione Limitata con un ampio libro. Siamo giunti a prendere la
decisione finale molto lentamente e abbiamo perfino utilizzato il periodo delle
vacanze poiché la band incalzava. E’ stato uno sviluppo lento, ma molto
fruttifero.
VÖLKERBALL rappresenta il ricordo del REISE, REISE-Tour, ma purtroppo nessun
concerto tedesco è stato incluso. Perché no?
Il concerto tedesco più rappresentativo sarebbe stato di nuovo quello nel
Wuhlheide a Berlino, ma avevamo già inserito lo stesso luogo nel LIVE AUS BERLIN
(1999, n.d.a.). La maggior parte dei concerti tedeschi del REISE, REISE- Tour
sono stati fatti all’inizio del Tour e la testa era già così piena di progetti
che non abbiamo registrato nulla per il DVD. Abbiamo provato soltanto in seguito
a fare un tentativo, e precisamente a Scheeßel al Hurncane-Festival, ma qui
qualcosa è andato storto, così le registrazioni sono state definitivamente
sospese. Va bene, avremmo potuto sistemare molte cose e per esempio avremmo
potuto mettere gli audio degli altri concerti, ma alla fine non sarebbe sembrato
molto autentico. Così abbiamo deciso di non inserire concerti tedeschi, perché
c’era già il LIVE AUS BERLIN. Avremmo inserito volentieri più parti
dall’Inghilterra o dal Giappone, ma alla fine Nimes, in Francia, è stato
sconvolgente, sebbene esso sia stato registrato con una DV-Camera. Avremmo
filmato volentieri anche il concerto di Parigi, ma non eravamo sicuri delle
canzoni perché dovevamo esaudire le richieste dei vigili del fuoco. Nimes dunque
era l’unica opportunità per fare una buona ripresa. Ed era contemporaneamente
anche l’ultimo concerto del Tour.
Sarai stato in difficoltà nel dare un’immagine perfetta della band. Quali
problemi ci sono stati nel fare dei tagli ai concerti Live?
E’ stato estremamente difficile, al principio ho provato a fare un qualcosa di
eclettico. Avevo un concerto in un Club del Giappone, uno in un teatro a Brixton,
che giustamente non si addice ai Rammstein, registrazioni completamente rovinate
a Scheeßel e Birmingham in una sala fantastica. Anche se non c’eravamo mai
esibiti là, il pubblico si è comportato come negli altri concerti. I fans erano
più occupati a guardare che a partecipare. Questo purtroppo non funziona nello
spostamento delle inquadrature, così abbiamo potuto usare solo piccole parti del
concerto di Nimes. All’Open Air di Nimes abbiamo avuto il cattivo tempo a darci
una buona accoglienza, perché nella città c’erano raffiche di Mistral. Questo è
un vento che si manifesta particolarmente in questa regione della Francia
meridionale, per questo motivo vi si svolge il Festival del “limite”. Non
abbiamo potuto appendere, per esempio, nessun fondale, in maniera tale da
evitare che il vento potesse gonfiarlo come una vela. Poiché era un palcoscenico
installato saldamente, anche se non abbiamo potuto costruire tutta la
scenografia, abbiamo puntato sull’effetto dello spettacolo delle luci. Per far
comprendere lo spettacolo e il palcoscenico del Tour, abbiamo dovuto lavorare
con alcune sezioni degli altri concerti. Ma qualcosa veramente non ha
partecipato, il pubblico. Il concetto autentico a Nimes è stato trasmettere
atmosfera al pubblico.
Hai notato, ai concerti che avete filmato, che i componenti della band si
sono innervositi per le telecamere che giravano?
Il problema esiste sempre, accettare contemporaneamente audio e video, i
Rammstein sono per prima cosa dei musicisti. Si è detto ai musicisti che
venivano filmati e ciò è stato accettato, se stanno spesso fermi sul
palcoscenico è perché vogliono che la musica sia la migliore possibile. Questo
però funziona solo raramente, perché alla fine manca l’energia che normalmente è
presente in uno spettacolo Live. L’avevamo sperimentato già nel LIVE AUS BERLIN
ed abbiamo tentato di accettare un tono senza pubblico. Se un musicista non ha
però pubblico, gioca da solo. L’audio migliore spesso fa perdere l’energia
tipica dei concerti live. Abbiamo avuto, in tutti e tre i giorni a Brixton del
REISE, REISE-Tour, un tono medio. Nei primi due giorni i Rammstein non hanno
saputo farsi accettare. Il terzo giorno è stato il migliore. Andate a vedere la
registrazione, tutti i membri della band reagiscono in maniera differente. Flake,
per esempio, è spesso interessato all’esteriorità e non alle riprese. E’ uno
svantaggio se si devono tagliare poi riunire le scene, perché ogni giorno si
veste in maniera differente. Richard e Paul al contrario sono coscienti che la
telecamera è in funzione, e il sarto per loro deve essere molto concentrato
perché deve sistemare gli abiti sporchi e avere molta precisione.
Che immagine della band avete voluto mostrare in Volkerball?
In relazione col titolo, abbiamo voluto rappresentare anche il pubblico; i fans
guardano in faccia i Rammstein, e con lo sguardo mostrano anche il palcoscenico.
Il gioco di animazione è dato dalla band che suona naturalmente sul suo palco.
E’ stata importante per me, la presenza del pubblico, perché ne avverto la
mancanza nella maggior parte dei DVD. Se penso poi a certe vecchie riprese al
Rockpalast, vedo solo ciò che accade sul palcoscenico, raramente vedo il
pubblico. Qui l’atmosfera va persa. In Volkerball si vedono persone di tutto il
mondo, e le loro reazioni. Questo è stato anche il motivo principale del libro,
che è uscito con l’edizione limitata. Il fotografo Frederic Batier ha
semplicemente immortalato le persone, l’adorazione, l’entusiasmo, la stanchezza,
l’umiltà in tutti i modi possibili. In alcune immagini è possibile notare anche
molta malinconia. Ci sono interni ed esterni fantastici. Volkerball è con LIVE
AUS BERLIN anche per noi la rappresentazione di un mondo famigliare. Il DVD
mostra come può essere diverso il pubblico.
Volkerball mostra anche che il pubblico russo ama profondamente i Rammstein e
quello che sentono. I concerti di Mosca sono qualcosa di particolare?
Si, sono molto particolari. Il pubblico ha un altro tipo di “fame”, perché ci
sono poche band da quelle parti, almeno così penso. Negli stati occidentali, non
si nota la stessa potenza di Mosca. Veniamo dall’Est, e abbiamo ancora un
ricordo ben impresso, tanto forte quanto in Russia non lo è mai stato lo Stato.
Come manager a Mosca non sono venuto in certi momenti sul palcoscenico perché
non è piaciuto ai soldati, sebbene avessi un Pass. Qui si devono mettere i soldi
in mano a qualcuno per poter oltrepassare questi sbarramenti. I soldati armati
stanno fuori e nella sala, e un’unità speciale, con cui l’armata normale non ha
niente a che fare, si trova nello spazio di fronte al palco. Questi sono dei
tipi giovani che hanno il permesso di picchiare la gente anche durante il
concerto. Un’esperienza mi è particolarmente rimasta in memoria. Per entrare
nella zona VIP, bisogna pagare dai 200 ai 300 dollari. La camicia di una persona
presente in questa zona si è lacerata per l’euforia e l’entusiasmo, subito uno
di questa unità speciale si è infuriato, ha tirato il manganello e ha ordinato
all’uomo, che lo ha guardato con pentimento, di rivestirsi.
Tu sei produttore e manager in prima persona. Con quali occhi hai guardato
alla band durante la produzione di Volkerball?
Il compito del manager classico è quello di verificare presso la casa
produttrice che il DVD venga fatto e pagato. Come manager, poi mi guarderei
soltanto il risultato finale per verificare se i desideri della band sono stati
rispettati e parlare se necessario con gli interessati. Alla produzione del DVD
però non ho guardato la band con altri occhi, avevo un altro compito da
svolgere.
Questo, poiché è tuo compito in qualità di manager, implica anche una grande
responsabilità. Come vivi questa responsabilità?
Ci conosciamo già da alcuni anni, e perciò sanno anche che ho un certo
entusiasmo per i progetti stabiliti. La band ha visto il materiale tagliato ed è
stata sentita la loro opinione. E’ stato anche chiesto, durante la fase di
produzione, alle persone di cercarsi nel filmato perché non è un lungometraggio,
non ci sono attori ma autointerpreti. In qualità di produttore devo badare anche
a molte cose, tra l’altro anche quanto spesso si può vedere un qualcosa. O si
affronta la domanda: si può vedere il cantante per tutto il tempo e gli altri
assolutamente no? È un tema molto sensibile per molte band.
Reagisci anche in maniera poco sensibile e critichi duramente la band se
qualche esibizione non è andata bene?
Questo non è necessario, perché i Rammstein sono veramente molto bravi. In
realtà aspetto sempre che venga chiesta la mia opinione, ma se non vado dietro
al palco è buon segno. Non si deve criticare chi mette tutta la sua adrenalina.
Il concerto è comunque importante, è una buona opportunità. I musicisti dei
Rammstein sanno se hanno ottenuto un buon risultato o no. Se vado sul palco e mi
congratulo per il buon concerto, pensano che sia andato male. Quando voglio fare
una critica, che sento necessaria, mi prendo un momento per far passare la
rabbia e già la serata è passata. Preferisco aspettare, poi parlo singolarmente
con gli interessati.
Ci sono riunioni dopo le tournee dei Rammstein in cui si parla ancora del
lavoro fatto?
All’inizio di un tour si discute regolarmente quasi dopo ogni concerto.
Verifichiamo che tutto proceda in modo ottimale e se è necessario mettere in
atto dei cambiamenti. Ascoltiamo i musicisti, le reazioni del pubblico e le loro
opinioni. Questo è un processo essenziale più marcato quando il tour è ancora
all’inizio.
Nell’ultima intervista a Metal Hammer nel novembre 2004, hai detto che è
stata una grande sconfitta nella vostra carriera non aver girato un film
perfetto per i Rammstein. Volkerball si avvicina a questo scopo?
In realtà ho ritenuto che non abbiamo perso l’occasione di girare un
documentario sulla storia dei rammstein. Non si è presentata l’occasione e
niente di spontaneo. Questo è un rammarico continuo. Abbiamo, per esempio,
discusso molto sul documentario che Mathilde Bonnefoy (montatrice di Lola corre
e del guerriere e l’imperatrice, n.d.a.), ha fatto sul periodo Reise, reise,
tuttavia la band si è sentita contrariata. Questo era troppo intimo, c’è stato
soltanto il tempo e la paura di non poter girare. Avrei visto volentieri, se
qualcuno come Mathilde, avesse fatto una documentario distaccato e avesse
mostrato il periodo della band. Guardate Volkerball e i 59 minuti di
documentario “anaconda nella rete”, creata per esso, che caratterizza bene i
musicisti. Mathilde ha lavorato molto bene mostrando non solo il musicista ma
anche l’individuo: pochi sanno della timidezza di Till Lindemann.
L’uscita di Volkerball ha fatto vedere qualcosa, che prima era sconosciuto:
backstage, scene, oppure i rituali di Tequila prima dell’entrata in scena. Ci
sono anche scene di vita privata?
(dopo aver pensato un po’) No, non ci sono. Comunque potrei averlo dato ad
intendere per il documentario “Anaconda nella rete” e il Live-Aufnahmen. Non
conosco la lunghezza del Live, poiché Paul ha provveduto a fare dei tagli nel
documentario: “Reise, Reise: the making of th album”. Naturalmente ci sono scene
inerenti a segreti e intimità che non piacciono a tutti e su quelle si discute,
come si discute su quali segreti e intimità non devono essere assolutamente
filmati
Come manager dei Rammstein i membri della band ti vedono volentieri come
settimo membro. Ora con Volkerball sei diventato anche produttore del DVD, ora
si pone la domanda, se non ti senti più vicino ad essere il settimo componente.
Assolutamente no. So che la domanda su chi è il settimo membro dei Rammstein è
una domanda cocente. Qualcosa sulla mia appartenenza alla band è stata detta da
Richard nel documentario, ma tutto il cerchio gira attorno a loro. Questo è il
principio. C’è un cerchio composto dai 6 membri, poi ce n’è un secondo composto
da altri. Forse c’è una gerarchia, e se anche io fossi al vertice del progetto
di Volkerball, anche se non si può definirlo come ruolo di settimo membro, è
perché c’è sempre bisogno di una settima persona che si occupi di altre
competenze, ma per poco tempo. Avete visto musica, organizzazione, denaro,
produzione, luci, costumi e cibo? Per queste esigenze non sono poi molti sette
uomini.
Ma sei il settimo che tiene insieme gli altri.
(ride) Ok, posso accettare questa definizione anche se il pensiero di essere il
7° uomo non mi piace, perché suggerisce che c’è una gerarchia tra i sette. Ma
non è così, c’è solo democrazia, la democrazia ci governa.
Torniamo infine di nuovo del DVD: quali scene ti piacciono di più come
produttore di tutto Volkerball?
Ho visto troppe volte tutte le immagini, fino alla fine. Nel documentario ci
sono atteggiamenti straordinari che vi sono stati lasciati. Di ciò mi rallegro.
Olli Riedel per esempio dipinge con grande abilità quello che pensa, le barche
con persone che nuotano. Adoro Olli per le sue capacità espressive. Tiene fede
alla sua volontà e rispettabilità. Perlopiù ci sono cose molto piacevoli, che
dopo 12 anni di collaborazione mi rallegrano molto. Per esempio, le risatine
durante il concerto di Nimes di Paul e Richard. Frazioni di secondi, che nel DVD
di Volkerball sembrano interminabili.
Se il 17 novembre uscirà sul mercato il DVD, ci saranno già in cantiere nuovi
progetti. In breve: che faranno i Rammstein il prossimo anno?
Spero di poter parlare dopo il primo incontro di gennaio di una tournee.
Vorremmo volentieri riprendere la tournèè in sudamerica, che era stata
interrotta per l’ammalarsi di Flake. In successione dopo questi concerti appena
c’è tempo mi sembra cosa sensata pensare alla produzione di un nuovo album.
Questa però è solo un’opinione personale. Se dovessimo andare di nuovo su e giù
per l’Europa, ci troveremmo a fare un nuovo spettacolo che non ci troverebbe
molto in forma. I concerti del tour di Reise, Reise li vorremo suonare in
Sudamerica. Forse è possibile anche la partecipazione ad uno o più festival.
Anche in Europa?
Sì, ma è troppo presto per dirlo. Ci sono giunti degli inviti, ma dovremmo
rilasciare una dichiarazione sulla nostra partecipazione entro dicembre,
gennaio. Altrimenti i Rammstein inizieranno nel 2007 a lavorare al nuovo disco
che uscirà presumibilmente nel 2008.