Intervista di Sounds
Traduzione di Deb


Due anni fa erano solo una nuova band controversa proveniente dalla nuova Germania unita. Poi David Lynch ha scelto una loro canzone come titolo di punta del suo film “Lost Highways”, e il loro album è balzato dritto nella top ten tedesca. A dispetto (o proprio per questo motivo) dei loro argomenti preferiti come omicidi sessuali, accoppiamenti ed angosce, che sono i soggetti delle loro canzoni del nuovo album Sehnsucht. Tuttavia ME/Sounds ha incontrato dei ragazzi veramente gentili e normali.

Quando i giornalisti scrivono sui Rammstein usano sempre aggettivi come “controversi, fascistoidi, glorificatori della violenza”. Come convivete con questa cosa?
Richard: Noi parliamo della violenza soltanto nei nostri shows o nei testi delle canzoni. Siamo strettamente contro la violenza e la sua propagazione. Ogni genere di musica corrisponde ad un cliché nella testa del giornalista. I Rammstein hanno questa durezza, queste chitarre metal. Immediatamente ti arrivano in testa questi clichés: capelli lunghi, pantaloni stretti, metal americano. E poi arriva una band che non è così, che è completamente diversa, una sorta di mosca bianca, e comunque devono inquadrarla in un cliché. Ed è probabilmente quello del “controverso”

È quello che tutti gli artisti mi dicono nelle interviste. Nessuno vuole essere inquadrato in un cliché. Ma la vostra musica non è così rivoluzionaria.
Richard: Ma differente da altre bands come Krupps o Front 242. I Rammstein sono originali. Non esiste un'altra band che suoni come i Rammstein.
Till: Vieni in sala prove ed ascolta i vicini di sala. Alla nostra sinistra suonano come i Pearl Jam, alla nostra destra come qualcuno che già conosci. Tutti cercano la via più facile.
Richard: Forse non hanno mai avuto la possibilità di provarci, perché hanno sempre voluto produrre per un certo tipo di mercato. Soprattutto nella Germania dell’Ovest, che nell’ Est. Da noi non c’era mercato per cui produrre…
Till: Dopo la caduta del Muro ho guidato fino alla Germania dell’Ovest e con i soldi del benvenuto ho comprato caramelle e yogurt. Ma non è che ci fosse tanto altro. Altrettanto con la musica: c’erano così tante band che volevo sentire, ma poi uno si accorge che non c’è tutta questa differenza. Noi dovevamo aspettare per settimane, prima di poter vedere un concerto, ora ne possiamo vedere almeno una trentina ogni sera, a Berlino.

I media tedeschi hanno sempre avuto problemi con la musica hard del loro paese. Il pubblico ed i compratori di cd, invece, non sembrano avere nessun tipo di problema con voi.
Till: Il problema dei media ha anche a che fare con la mancanza di tradizione musicale e storica. E Dio solo sa che noi non vogliamo avere niente a che fare con la storia tedesca. Dopo la guerra, gli Americani e gli Inglesi hanno fatto il rock che conosciamo, e a parte le canzoni popolari tedesche, non c’è niente che abbia origini tedesche.

C’è anche una questione di fonetica. Till “rolla” molto le R, e in una maniera così forte, che immediatamente tutti pensano ai vecchi discorsi di Goebbels…
Till: Il “rollare” le R non è fatto deliberatamente. È una cosa che viene da sola, perché mi viene di cantare così. Non sono un musicista nel vero senso della parola. Non so niente riguardo agli strumenti musicali. Ma do un supporto alla nostra musica con la mia voce e le mie parole. È una questione di illustrazione, timbro e fonetica. Non vogliamo (Dio ce ne scampi) creare uno stile fascista. Forse solo tra un po’ di tempo riusciremo a fare i conti con queste cose nelle interviste. 

Ma con la vostra musica, voi supportate una persona come David Lynch, non Walt Disney. I suoi film non sono altro che argomenti trattati nelle vostre canzoni e messi insieme in un film, a causa della sua preferenza per “il piccolo ponte che separa la ragione e il bisogno” (dalla canzone dei Rammstein Du riechst so gut). Soltanto che il suo lavoro è fare il regista di film e non il musicista, ed ecco il perché lui viene accettato più volentieri come “artista”
Richard: Prima di tutto lui è Americano. Non è possibile che ci possa essere un uomo come Lynch nella nostra nazione. L’unica persona che mi viene in mente di paragonare a lui è Werner Herzog.
Till: I tedeschi hanno problemi solo con le cose tedesche in Germania. Non appena qualcosa viene apprezzato internazionalmente, viene automaticamente accettato anche qui. Lo vediamo chiaramente con i film di Lynch. Auto tedesche, calcio tedesco, tennis tedesco, la Formula 1, non c’è nessun problema con questa roba. Ma fino a che rimane una cosa esclusivamente tedesca, i problemi rimangono.

Il settimanale Bravo non sembra avere problemi con voi. Vi chiamano “La band heavy metal con un cantante diabolico”
Till: E mi piace. Mia figlia ha solo 12 anni e non ha mai capito perché sono sempre fuori casa. Adesso lei legge questo tipo di giornaletti e può capire il perché.

Tua figlia ascolta i Rammstein, o le piacciono di più le boy bands?
Till: No, lei ascolta altra roba. Non le piacciono le boy bands, ascolta per lo più musica elettronica melodica, i Dune e roba del genere.

Come riesci a conciliare il lavoro di padre single e di cantante allo stesso tempo?
Till: Prima suonavo la batteria in una band punk, ed avevamo lo studio nella casa dove vivevo. Per sette anni sono stato un padre single, ma adesso divido la custodia con sua madre, visto che sono via per sei mesi all’anno.

Come reagisce tua figlia di fronte ai vostri testi?
Till: Se la ride. Anche se non capisce ancora le cose estreme che scrivo.

I bambini guardano i telegiornali e i film con argomenti simili tutti i giorni senza capirli. Dovrebbe essere simile con i tuoi testi e le tue fans più giovani…
Till: Non era nostra intenzione creare musica per teenagers. Questo sviluppo è cominciato dopo Bravo e Viva. Ma quando penso a quel che la televisione trasmette nel pomeriggio, a quel che viene scritto sui giornali, questo è quello con cui devono avere a che fare tutti i giorni. Attraverso i loro idoli, devono avere a che fare con la prostituzione, con le droghe. Oppure credi che con pubblicità finte, con gesti nascosti, che ti ritrovi a guardare all’ ora di cena, riesci a crescere dei figli perfetti?

Ma nelle pubblicità, le mestruazioni vengono mostrate come un amichevole liquido blu. Il sangue che voi usate negli show è color sangue, rosso intenso…
Till: Prima di tutto noi facciamo musica per noi stessi. E le immagini che arrivano nella mente del pubblico sono molto diverse le une dalle altre. Qualcuno non capisce i testi, ma magari gli piace la musica e si lascia semplicemente andare. Dall’altra parte, una ragazza mi ha recentemente detto che ha recitato il ruolo della prostituta come nella nostra canzone Seemann... La prostituta che sta appoggiata al lampione…

E tu, naturalmente non parli mai di lei nel tuo testo…
Till: Volevi che le spiegassi che la canzone non parla di una prostituta, ma di questo e quello? È la sua immaginazione, la sua storia per quella canzone.

Quando canti di sadomasochismo nelle canzoni del nuovo album, come Bück Dich, o Bestrafe Mich, le immagini sono già create.
Richard: Ieri eravamo a casa di amici e stavamo discutendo sui Rammstein. C’ era anche un giovane prete che era terribilmente arrabbiato con noi, e soprattutto con i testi di Bück Dich. Si lamentava che ogni giorno sempre più gente della sua parrocchia ascoltava i Rammstein, e che avrebbero potuto avviarsi verso una brutta strada. La cosa è andata per le lunghe, abbiamo bevuto e ribevuto, e alla fine è saltato fuori che l’unico che veramente praticava questo tipo di sesso alla “Bück Dich” era proprio il prete, e con una donna diversa ogni sera...

La chiesa, e soprattutto la chiesa cattolica, ha delle regole ferree, che spesso hanno a che fare con gli argomenti trattati dai Rammstein: accoppiamento, peccato, punizione e il diavolo. In contrasto a tutto ciò, questi modelli di educazione anti-autoritaria del dopo ’68, dei gruppi di discussione luterana, sembrano tutti aver fallito, a causa del diniego dell’ esistenza del diavolo. Voi come educate i vostri figli?
Till: C’è una differenza tra le cose. Io cerco di separare i Rammstein dalla mia vita privata più che posso. È la stessa cosa con gli effetti pirotecnici del nostro show.
A casa non passo la giornata ad accendere fuochi. Come Richard compra le ultime novità in fatto di strumenti musicali, il mio lavoro è di preoccuparmi degli effetti dello show. Siamo una band che fa il proprio lavoro. Chi non ci conosce privatamente non crede mai che possiamo essere persone così gentili. Siamo completamente normali, facciamo il nostro lavoro come i pescatori che escono la mattina, danno un bacio ai loro figli, vanno in mare, pescano, e poi alla sera se ne tornano a casa. A volte i figli escono a pescare con loro, come i nostri figli vengono qualche volta ai nostri concerti. Ma se vedono i loro padri uccidere un pesce, sanno già che quello è il lavoro del loro padre. Se crescono così, possono vivere in armonia, perché sono capaci di distinguere le cose.

E meglio questo, che nascondere al proprio figlio che la bistecca che hanno nel piatto era una volta una mucca che è stata uccisa.
Richard: Esattamente come il figlio di un’ attrice porno può un giorno vedere la propria madre in una scena di sesso in televisione e magari chiedersi dov’è suo padre in tutto ciò. Deve imparare a convivere con questo.

Se ogni artista vivesse la sua “pazzia” anche nella propria vita privata, ci sarebbe solo un branco di matti nella top 100…
I vostri testi vi hanno aiutato a combattere i vostri demoni interiori?
Till: Si, capita. La solitudine a volte mi ha dato molta creatività. Ti bevi un altro bicchiere di vino e ti senti ancora peggio. L’arte non funziona col dolore. L’arte esiste anche per compensare il dolore.

Essere una delle metal band di maggior successo in Germania, non vi fa soffrire un po’ troppo poco per nutrire la vostra arte?
Till: Soprattutto non abbiamo troppo tempo per soffrire…

Eccetto per le ore dopo il concerto.
Till: Dopo ti senti veramente uno schifo. Fai un concerto di fronte a 16.000 persone a Berlino, e poi te ne torni a casa in bicicletta perché le feste dopo il concerto non sono tutto questo divertimento. Ti siedi da solo, a casa, e cerchi di rilassarti.

Hartmut Engler, della band “Pur” dice che, anche facendo il centesimo concerto, cerca di metterci tutte le sue emozioni, mentre canta.
Till: Si, e magari piange anche… che cazzata!!! Questo è quello che dicono tutti. Forse all’inizio, ai primi due o tre concerti. Poi diventa solo routine. Le prime volte che cantavo Seemann dal vivo, provavo spesso qualche brivido. Dopo cercavo soprattutto di concentrarmi sull’intonazione.

Molte vostre canzoni mi ricordano i vecchi film italiani del genere “Spaghetti- western”. Chi, tra voi Rammstein è il fan di Ennio Morricone?
Richard: Sono io…
Till:
Gli piacciono i vecchi film di cow boys e la loro musica…

In questo senso, i Rammstein sono come Karl May. Non devi uccidere per poter scrivere di omicidio.
Till: Il punto è esattamente questo. Parli di omicidio, ma esistono anche gli abusi sui bambini. Mi piacerebbe che la gente parlasse di questi argomenti un po’ più serenamente. Mia figlia è in un’età dove cose come queste potrebbero capitarle realmente, magari anche domani. Ed è per questo che cerco di immaginarmi come sarebbe. Se mia figlia fosse la vittima di uno di questo personaggi, potrei tagliarli le palle, o sparargli. Dall’altra parte, posso sedere nel buio, in un angolo della stanza e pensare al perché quest’uomo ha fatto ciò. E al perché mi sto immaginando tutto ciò e cercare di capire il suo bisogno. Questi sono i due lati: in uno c’è la ragione, la morale, la mia perfetta vita normale. Ma quando mi siedo, chiudo gli occhi e penso, per esempio, al momento in cui, il giorno prima, ho provato un particolare desiderio per una certa donna, perché una persona non dovrebbe provare la stessa cosa... qualcuno che non può essere giudicato, in quanto ha subito abusi egli stesso nella propria infanzia. E magari non è in grado di giudicare o di capire cos’è che gli fa desiderare un bambino. Come riesci a valutare tutto ciò?

Negli ultimi anni l’abuso di minori è al centro dell’attenzione dei media, e ci si spaventa di quante persone siano state abusate sessualmente nella loro infanzia. D'altra parte, voi avrete sempre a che fare con le critiche che dichiarano che i vostri testi si occupano più o meno di disturbi mentali e morali, e con il conflitto interno tra motivo e stimolo.
Till: No no. La pazzia è pazzia. Su questo non ci sono dubbi. Se non esistesse la pazzia, non esisterebbero nemmeno gli ospedali psichiatrici. La domanda più importante da porsi è perché e come una cosa del genere succede. D’altra parte solo gli avvocati sono interessati a questo, per dichiarare il proprio cliente non sano di mente. Ho vissuto in campagna per molti anni e un giorno un cavallo impazzito è stato praticamente linciato sulla strada. Mi è dispiaciuto per lui.

La linea che divide la vita normale e la pazzia non è molto chiara. Ci sono molte cose brutte che succedono ogni giorno, nascosti dai muri delle case, in ogni quartiere.
Till: Magari fosse solo ogni quartiere. Probabilmente succede in ogni via. Ed è questo che mi rattrista, che testi su cose che succedono ogni giorno causino tutti questi problemi. Per esempio, a Malta abbiamo avuto una riunione con Petra Husemann e Tim Renner, della nostra casa discografica. E quando hanno sentito la canzone Tier, coi versi “mit dem eigen Fleisch und Blut sich paaren" (accoppiarsi con la propria stessa carne, ndt), Renner ci ha immediatamente detto che non potevamo usarla, che ci sarebbe stato sicuramente un caso per la censura, come ogni cosa che, in Germania, ha a che fare con il sesso con gli animali, l’accoppiamento eccetera. Io non lo capisco. Puoi regolarmente leggere di queste cose sui giornali. E comunque la gente vuol credere per forza che queste cose non esistano.

E voi avete cambiato il testo?
Till: No. L’ abbiamo lasciata così com’è.

Non sapevo dell’ esistenza dei Rammstein fino a che mia moglie ha cominciato ad ascoltate il vostro cd giorno e notte. Da una parte, le femministe vi accusano di sessismo del peggior livello.
Richard: Abbiamo sentito spesso di questa cosa, che le donne sono quelle che fanno interessare i propri mariti ai Rammstein. Petra Husemann, la moglie di Tim Renner (il boss discografico dei Rammstein), la fidanzata di Emu, molte mogli e fidanzate di giornalisti. Sembra che gli uomini abbiano più problemi con noi, che le donne.

Forse perché siete più belli e avete più muscoli che la media degli uomini…
Richard: E’ che i Rammstein fanno più paura agli uomini, perché loro riconoscono molti tratti del loro carattere nei nostri testi, tratti che hanno, ma non vogliono riconoscere di avere.

Vuoi dire che gli uomini paragonano questi personaggi con la bestia che hanno dentro di loro?
Richard: Si, esatto, la bestia. E molte altre cose.
Till: Il sessismo con cui abbiamo a che fare noi, è più una sorta di prendersi cura delle donne.

Non capisco…
Till:
Vogliamo che la gente capisca i sentimenti di una donna e glieli mostriamo nella maniera forse più estrema, come è nella realtà. Ieri un giornalista ci ha chiesto perché non scriviamo canzoni d’amore. L’ amore è una cosa talmente breve. Dopo arriva il resto. La disperazione continua: trovarsi l’uno con l’altro, innamorarsi, stare insieme per un certo periodo di tempo, poi lasciarsi e ricominciare tutto daccapo.

Conosci più le donne degli uomini?
Till: No, assolutamente no.

Forse è questa la ragione per cui non riesci ad immaginare un uomo ed una donna vivere per sempre felici e contenti?
Till: Non conosco nessuna relazione che funzioni. Forse una o due, ma le circostanza non sono normali, non se ne vedono così spesso. Io parlo di questo: lasciare la casa al mattino e mettere i figli a letto ogni sera. Riescono ancora ad andare a teatro? Qualcuno porta fiori a casa come regalo? Questo tipo di innamoramento, ad un certo punto finisce.

Da qui il conseguente NEIN al matrimonio con una donna nel vostro nuovo singolo “Du hast”?
Till: “Fino a che morte non vi separi”… questa è una cosa talmente innaturale come un tatuaggio nel tuo braccio. Ti rimane per tutta la vita. Un giorno mio nipote potrebbe sedersi sulle mie ginocchia e chiedermi cos’è quella stronzata che ho sul braccio…

I Rammstein non sembrano voler vivere senza donne. Avete creato un inno all’organo genitale femminile. Come chiamate questa canzone quando siete in sala prove?
Till: Ogni tanto diciamo: “ehi, suoniamo ‘La Figa’!” era questo che volevi sentirti dire, eh?

Il titolo di questa canzone è “Küss mich, Fellfrosch”, suona più dolce…
Till: Presa da sola, la parola Fellfrosch è un omaggio a questa parte del corpo. È un bellissimo ed infantile punto di vista. Fell sta ad indicare certi piccoli animali pelosi, criceti, porcellini d’India e così via. E Frosch (rana) o Schnecke (lumaca), riguarda al seconda parte. Fascino e disgusto giocano un ruolo insieme nella canzone.

Forse il disgusto di un sapore amaro è soltanto un problema di igiene personale delle vostre fidanzate?
Richard: Il gusto cambia con gli anni. Molte delle cose che giudicavamo disgustose nella nostra infanzia, adesso hanno un buon sapore. In contrasto con tutto ciò, le caramelle che una volta divoravamo, adesso sono troppo dolci per noi. Ogni Fellfrosch ha un sapore diverso. È una questione di gusto. Non c’è giudizio nel nostro testo. Non diciamo che puzza!

Le femministe non la penseranno sicuramente nel vostro stesso modo…
Till: Lo spero! E di nuovo si ritorna all’ argomento di prima. È una questione puramente personale. È la cosa più normale del mondo. Il femminismo esagerato è stupido. E se si arrabbiano, è solo una prova della loro mancanza di umorismo. Recentemente qualcuno mi ha raccontato una barzelletta che riguardava un pene di 40 centimetri. Me l’ ha raccontata una donna...