Intervista di SuicideGirls.com
Traduzione di
Deb
La maggioranza delle persone potrebbe descrivere la musica dei
Rammstein come “disturbante”, ma se cercate di scavare più a fondo, guardando i
loro video e i loro spettacoli dal vivo, la definireste quasi isterica e
intelligente. Non puoi prendere un gruppo troppo seriamente quando il cantante
pretende che il suo pene (finto) sia una lancia dei pompieri e sparge acqua su
tutto il pubblico. Il loro ultimo album è Reise Reise, con all’ interno il
singolo Amerika. Ho avuto l’ occasione di parlare con il fondatore dei Rammstein
Richard Z. Kruspe.
Daniel Robert Epstein: Ho
sentito che vivi negli USA, adesso. Come ti sembra?
Richard Z.
Kruspe: New York è sempre buona con me ed è una delle ragioni del perché mi sono
trasferito qui due anni e mezzo fa. È un piacere stare qui.
DRE: Il resto della band è
sempre in Europa?
RZK: Si, tutti gli altri del gruppo sono là. Sono voluto andare via dalla band
perché dovevo staccare e cercare di capire alcune cose.
DRE: Com’è cambiata la band?
RZK: Avevamo tante tensioni all’interno, e mi sono accorto che stavo
controllando il tutto un po’ troppo, così sono dovuto andare via. Rammstein è
una band democratica e io volevo che loro stessero bene. Sono andato via perché
volevo avere una visione diversa della band. Qualche volta è importante fare
errori, ma dovevo far sentir loro che potevamo fare qualcosa di sbagliato
insieme, ogni tanto.
DRE: In quale area della città
vivi?
RZK: Ho un
piccolo appartamento nel quartiere di Soho.
DRE: Ti capita di essere
riconosciuto per la strada?
RZK: Qualche volta si, ma ovviamente siamo diversi che sul palco. Quando
siamo in tour la gente è molto più coinvolta, ma è piacevole comunque.
DRE: Qual è stata la vostra
ispirazione per la canzone Amerika?
RZK: Amerika è un soggetto sul quale dovevamo scrivere a causa di tutto
quello che succede nel mondo. Volevamo che fosse il più ironico possibile e
metterci dentro il nostro senso dell’ umorismo. Credo che la canzone parli del
bilanciamento. Il bilanciamento è parte delle nostre vite. L’America cerca di
vivere senza, ed è quasi come quando tu ami una persona talmente tanto che alla
fine tutto può andare nella direzione sbagliata.
DRE: Sei un teorista delle
cospirazioni? Credi che l’allunaggio non ci sia mai stato?
RZK: Trovo
interessante che queste persone esistano. E’ anche interessante ascoltare tutti
i fatti su questo argomento, ma credo che l’America abbia messo un uomo sulla
Luna. Il video parla di quanto possa essere manipolativo il governo.
DRE: Il vostro video della
canzone Mein Teil è molto disturbante. Cosa vuol dire Mein Teil in inglese?
RZK: Si
potrebbe tradurre “my tool” (il mio oggetto n.d.t.)
DRE: (ride) E’ divertente
RZK: Si.
Parla di una storia realmente accaduta a questo signore, Armin Meiwes, che stava
cercando qualcuno da mangiare. Così ha trovato quest’ altro signore, Bernd
Jürgen Brandes. Brandes voleva che qualcuno tagliasse il suo pene per poterlo
condividere insieme a cena. Hanno mangiato il pene, e dopo di ciò hanno avuto
altre belel cenette insieme. La parte interessante è cercare di capire cos’è che
spinge un uomo a mangiarne un altro. Sono interessato alla psicologia che sta
dietro a tutto ciò. Ovviamente il ragazzo aveva problemi di interazione con gli
altri, a tal punto che ha dovuto mangiare un altro essere umano per sentire che
l’altro voleva stare con lui.
DRE: Questo video sarà
trasmesso nella televisione americana?
RZK: Lo stanno passando in tutta Europa, ma non ho idea riguardo agli
Stati Uniti.
DRE: Vi piace creare delle
provocazioni apposta?
RZK: Provocare la gente fa parte dell’ essere un musicista rock. È
qualcosa che devi fare.
DRE: Qual’ è il punto di questo
video?
RZK: Il video
è uscito in maniera diversa. Ovviamente pensavamo di dover girare l’ intera
storia, ma quel che abbiamo fatto è stato totalmente differente. Abbiamo fatto
sì che ognuno della band facesse quel che voleva per due ore da solo, senza che
gli altri sapessero l’ uno dell’ altro. Ognuno ha messo in scena la propria
visione della canzone.
DRE: Dove avete girato la scena
dove siete tutti per la strada legati al guinzaglio?
RZK: A
Berlino. È stato divertente perché lo abbiamo fatto realmente sulla strada. Ci
sono stati anche due piccoli incidenti tra auto, perché i guidatori ci stavano
guardando.
DRE: Vorreste avere una canzone
cosi popolare come Du Hast è stata negli USA?
RZK: Perché
no? (ride)
DRE: Voglio dire, visto che voi
avete un cosi grande successo in Europa, vorreste avere lo stesso tipo di
successo anche in America?
RZK: Non puoi
disperarti per ogni cosa. Se funziona, bene, se non funziona non ce ne
preoccupiamo più di tanto. Adesso come adesso siamo nella posizione di non
doverci preoccupare tanto come lo eravamo prima. Ovviamente abbiamo avuto un
grande successo con Du Hast e con il disco successivo non è stato altrettanto.
Essendo tedeschi dobbiamo fare molti concerti nel nostro paese. Le band
americane possono tranquillamente andare in Europa, fare una decina di date in
tutto e tornarsene a casa. Noi siamo dovuti stare all’ incirca cinque mesi in
America. Cosi, adesso, sento che siamo nella posizione di fare il nostro lavoro,
e se funziona, bene…e se non funziona, bene lo stesso…
DRE: Da quando abiti qui ti
senti più americano?
RZK: Prima di
tutto impari la lingua, che ti aiuta a capire e a comunicare con la gente. Ci
sono molte cose che amo dell’ America e ce ne sono tante che non mi piacciono.
Ma questo è il modo nel quale entri in una determinata cultura. Quel che ho
cercato di fare è stato di imparare il più possibile dall’ America e dalle altre
culture, per diventare una persona migliore.
DRE: Sei ovviamente una persona
intelligente, ma la percezione che si può avere di te è che tu faccia un po’
paura…
RZK: (ride)
Si, il ruolo che io recito sul palco è parte di me. Ma tutti quelli che
conoscono l’ essere umano sanno che ci sono vari aspetti della persona. Quelle
che fanno più paura sono quelli troppo amichevoli. Ti devi guardare da quelli
che sono tanto carini, ma solo sul palco.
DRE: Quando
è stata l’ ultima volta che hai fatto a botte?
RZK: E’ stato
molto tempo fa. Avrò avuto dodici o tredici anni. Ero molto aggressivo e i miei
genitori fecero una cosa intelligente e mi misero a fare sport. Ho fatto
wrestling per sette anni dove ho potuto scaricare tutta la mi aggressività. Sono
una persona molto emotiva, che cambia umore molto facilmente e molto
drasticamente. Se non avessi la musica dove posso buttare dentro tutta la mia
aggressività, non so cosa farei. Forse tornerei al wrestling...